Cancellieri “blindata” da Pd-Pdl e Scelta Civica. Senza speranza la mozione di sfiducia M5S

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 20:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La posizione del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri esce rafforzata dall’informativa urgente alla Camera e al Senato sul caso della scarcerazione di Giulia Ligresti e della telefonata della stessa Cancellieri a Gabriella Fragni, madre di Giulia e moglie di Salvatore Ligresti. Il ministro ha ricevuto il pieno sostegno della maggioranza di governo, ovvero di Pd, Pdl e Scelta Civica.

A questo punto la mozione di sfiducia individuale, presentata dal Movimento 5 Stelle in entrambi i rami del Parlamento, ha poche speranze di successo.

L’ex prefetto-sindaco di Bologna nonché ministro dell’Interno del governo Monti ha spiegato le sue ragioni al Parlamento:

Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti” e “in nessun modo la mia carriera è stata influenzata dalla mia conoscenza con i Ligresti”. Ma se “non c’è piena fiducia del Parlamento” e “stima istituzionale non esiterò a fare un passo indietro”. […]

“Non ho mai sollecitato nei confronti di organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e non ho mai indotto altri ad agire in tal senso. La scarcerazione di Giulia Ligresti non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, ma per indipendente decisione della magistratura torinese”.

Nella telefonata con Gabriella Fragni “esprimevo un sentimento di vicinanza e mi rendo conto che qualche espressione possa aver ingenerato dubbi, mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere i miei sentimenti sul distacco che il ruolo del ministro mi dovevano imporre”, ma “mai ho derogato dal mio dovere”.

Considero la fiducia del Parlamento decisiva per il prosieguo del mio mandato”: se, dunque, “capisco che è venuta meno o si è incrinata la stima istituzionale su cui deve fondarsi il mandato ministeriale”, allora “non voglio essere d’intralcio e pertanto non esiterò a fare un passo indietro”.

Il discorso, sia alla Camera che al Senato, è stato accolto da un lungo applauso della maggioranza. Mentre sui banchi del governo l’esecutivo presente a pieno organico ha dato subito un’immagine di compattezza al fianco della Cancellieri. C’è stata anche una stretta di mano col premier Enrico Letta, che è rimasto accanto al suo ministro sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, applaudendo ogni volta il discorso.

L’ipotesi dimissioni è stata archiviata dalle parole dei rappresentanti dei partiti della maggioranza. A iniziare dal Pd, che con Guglielmo Epifani ha confermato la sua fiducia nel ministro:

”Abbiamo ascoltato il ministro, e guardando l’esposizione dei fatti e gli atti abbiamo confermato la fiducia: non ci sono stati interventi fuori dalla sua responsabilità”. ”Non abbiamo nascosto – spiega Epifani – sia nell’intervento di Zanda sia di Speranza che quel passaggio telefonico aveva dei problemi e lo stesso ministro ha riconosciuto che le frasi potevano essere equivocate. Abbiamo tenuto una posizione seria”.

Per il Pdl si è espresso Renato Brunetta:

“Una persona soffriva e nessuna custodia cautelare può mettere a rischio una vita. Lo dice il buon senso, lo dicono la nostra cultura e la nostra umanità. Che paese è questo dove si manipola il senso di telefonate innocenti, le si pubblica dopo intercettazioni illegali e le si espone al pubblico ludibrio? Signora ministro non si faccia intimidire e faccia altre dieci, cento, mille telefonate: anzi ne faccia 12mila150, quante sono le persone in custodia cautelare”, dice Brunetta. “E’ un povero paese – aggiunge – quello dove uno deve avere paura di essere compassionevole. Lei ha fatto bene ad essere umanamente imprudente e buona. Che paese è questo dove dobbiamo giudicare una persona che ha operato per mettere fine a una sofferenza?”. Brunetta paragona la telefonata della Cancellieri con quella di Berlusconi per la scarcerazione di Ruby ed evidenzia la differenza di comportamento tra la procura di Torino (che “ha riconosciuto le precisazioni del ministro”)e quella di Milano (che contro Berlusconi “si mosse come una grande locomotiva dalle ruote rosse”). Dalla vicenda, sottolinea il capogruppo pdl “emerge la necessità della riforma della giustizia, delle intercettazioni e della custodia cautelare”.

e Fabrizio Cicchitto:

“Il comportamento della Cancellieri è stato insieme umano e ineccepibile: ha ragione Brunetta. Quanto a Berlusconi: chi legge le carte del suo processo non può fare a meno di rilevare che l’accusa di concussione è destituita di ogni fondamento a meno che tutti i funzionari della questura di Milano coinvolti nel caso non abbiano detto il falso, cosa che la Boccassini ha cercato di fare per sostenere un’accusa insostenibile”.

Resta la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle, che ha lanciato su twitter l’hashtag #CancellieriDimettiti. Duro il discorso del capogruppo M5S Paola Taverna al Senato:

“Il M5S ha presentato la mozione di sfiducia individuale nei confronti del Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Nonostante le sue giustificazioni, il suo comportamento rimane, a nostro avviso, non conforme a quanto disposto dall’art. 54 della Costituzione che recita: “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e ONORE”. Onore venduto alla famiglia Ligresti. Data la gravità della situazione, chiediamo che la mozione di sfiducia individuale, il “procedimento dei procedimenti”, debba sospendere ogni altra attività del Senato per essere, in ogni caso, risolta con un voto di questa assemblea. La nostra proposta di modifica al calendario è la seguente: oggi, 5 novembre, discutere la decadenza del Senatore Berlusconi; venerdì 8 novembre esame della mozione di sfiducia individuale al Ministro della Giustizia. Se non doveste accettare questa proposta di trasparenza e di buon senso, il MoVimento darà seguito giornalmente alla richiesta di procedura urgentissima per le motivazioni sopra citate. La giustizia non può più attendere nel nostro Paese.”