Cartoline jihad a Majid Mihamad, iracheno in carcere a Bari

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2015 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA

BARI – I messaggi della jihad italiana viaggiavano su cartoline. A scoprirlo la Procura di Bari dopo l’arresto di Majid Muhamad, l’iracheno accusato fra i vari reati di offrire sostegno ai foreign fighters.  Muhamad, durante la sua carcerazione per reati di terrorismo continuava tranquillamente ad avere rapporti con componenti del suo vecchio gruppo. “Fratello prediletto, sia lode a te Dio Onnipotente che ci guidi. Mi pento verso di lui e chiedo una vita felice, la morte dei martiri e la vittoria sui nemici” gli scriveva il jihadista Abu Ibrahim sul retro di una cartolina che illustrava le bellezze marine della Calabria.

Scrive Repubblica che pubblica le foto delle cartoline:

“Messaggi chiari, nascosti in cartoline apparentemente innocue con lunghi pensieri in arabo. Che ora il procuratore antimafia Roberto Rossi ha ordinato di tradurre. All’interno c’è la prova di come il gruppo fosse legato in maniera molto stretta. Per esempio è chiaro che Majid avesse contatti con i due belgi arrestati a Bari, condannati in primo grado e poi assolti in appello dall’accusa di terrorismo. Si tratta di Bassam Ayachi, l’imam ideologo di Molenbeek, il sobborgo di Bruxelles da dove arriva il commando del 13 novembre di Parigi. E di Rafael Gendron. Dopo circa due anni di arresti sono stati assolti e scarcerati: Gendron è morto pochi mesi dopo durante un combattimento in Siria, mentre Ayachi è ora nel territorio dell’Is, non potendo più tornare in Europa”.

“In una delle cartoline si parla di loro: «Fratello carissimo tu come stai? E come sta il gruppo dei fratelli? Amato fratello, in realtà siamo molto tristi per il duro giudizio emesso contro il fratello Bassam e Abdourauf (il soprannome di Gendron)… il reato imputatogli è ingiusto e si basa su accuse fragili e su maldicenze che non sono affatto vere. Questo è ciò che viene considerato “politicizzato” attraverso meccanismi interni ti ho già inviato delle lettere e…un’altra lettera sulla storia del fratello Bassam…». Il tutto, sempre, sul retro delle bellezze della Calabria”.