Cina, se sei ricco non vai in prigione: il sosia povero ci va al posto tuo

Pubblicato il 24 Agosto 2012 - 20:23 OLTRE 6 MESI FA
Gu Kailai (Destra) e la sua presunta sosia (Sinistra)

PECHINO – E’ la nuova frontiera del lavoro: in Cina li chiamano Ding Zui, dove Ding sta per “sostituto” e Zui sta per “crimine”. Proprio così: sostituti criminali, sosia di facoltosi delinquenti che scontano la prigione al posto loro in cambio di un lauto compenso.

Insomma i ricchi in Cina non vanno in galera e seppure si tratti di una pratica vecchia come il mondo, fonti della polizia assicurano che “non è comune ma nemmeno poi tanto raro che accada”. Questa forma di “scambio di detenuti” è stata parte della cultura cinese per secoli, anzi è stata una delle prime cose che gli occidentali in visita hanno riferito sul sistema giuridico del paese. Nel 1899 Ernest Alabaster, uno studioso di diritto penale cinese scriveva che: “i tribunali permettono che i colpevoli reali assumano sostituti per scontare la pena detentiva. E la cosa si verifica molto spesso”.

E se tutto questo ha dell’incredibile, è sorprendente scoprire che i sostituti criminali possono essere noleggiati anche per le esecuzioni capitali. Dopo tutto perché una famiglia al di sotto della soglia di povertà avrebbe dovuto rifiutare un prezzo così alto, sapendo che poi i loro figli sarebbero stati salvati? Anzi, per gli ufficiali imperiali questo tipo di pratica era piuttosto efficace. A loro avviso, il vero criminale veniva comunque puntito con il pagamento del valore di mercato per il suo crimine, mentre la sua controfigura scontando la pena disincentivava gli altri criminali. E tutti vissero felici e contenti.

E’ stato il caso di Hu Bin, un ricco ventenne che ha ucciso un pedone mentre correva per le strade i Hagzhou ad aver attirato l’attenzione sui casi di ding Zui ai giorni nostri. Le foto dell’uomo arrestato sulla scena del crimine e quelle del ragazzo apparso in tribunale sono state messe a confronto dai netizen cinesi e per la maggior parte di loro è d’accordo nel ritenere che ci sia stato uno scambio di persona.

L’ultimo presunto caso di sosia da prigione sarebbe quello di Gu Kailai, la donna cinese condannata per l’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood. Alcune indiscrezioni sui social network avrebbe assunto un’altra donna per scontare la sua sentenza i pena capitale sospesa.