Claudia Gerini con l’abito sexy al Torino Film Festival: le foto

Pubblicato il 24 Novembre 2012 - 16:24 OLTRE 6 MESI FA

 Claudia Gerini con un’abito decisamente sexy all’inaugurazione Torino Film Festival giunto quest’anno alla sua 30esima edizione (Ansa)

TORINO – ”Ammazzare mio padre? Non ci ho mai pensato. Ho ottimi rapporti con lui. Siamo due amici e i suoi film per me sono come montagne sacre. E questo solo perché li fatti lui, li amerei anche se avesse fatto mobili”. Così Jennifer Lynch parla al Torino Film Festival al via oggi 24 novembre con la sua trentesima edizione, dove ha presentato ‘Chained’, film d’apertura della sezione ‘Ossessioni e possessioni’, dell’ingombrante padre, regista, sceneggiatore, produttore, pittore e attore.

La regista, classe 1968, mette in scena con ‘Chained’ un thriller-horror con protagonista un serial killer con attitudini didattiche. Protagonista Bob (Vincent D’Onofrio), un autista di taxi corpulento e dallo sguardo inquietante, che non porta mai il suo cliente alla destinazione voluta. Preferisce infatti scaricare le donne nella sua casa isolata e farle a pezzi. E’ quello che tocchera’ anche al giovane Tim (Evan Bird) e a sua madre (Julia Ormond).

La donna farà subito una brutta fine, mentre Tim (soprannominato Rabbit da Bob) diventerà una specie di singolare figlioccio per il mostro. Una sorta di addetto alle pulizie della casa, opportunamente incatenato. Tra i deliri notturni di Bob (che sogna la sua infanzia piena di violenze e abusi) e i suoi molteplici omicidi, Rabbit cresce ed e’ ormai un ragazzo (interpretato da Eamon Farren) e sembra anche pronto per prendere il posto del suo sostituto-padre aguzzino. Intanto le catene. ”L’idea di utilizzarle – dice la regista di Boxing Helena – mi serviva per dare l’idea che Rabbit fosse ancora più costretto nella casa, per una specie di continuazione dell’abuso nei suoi confronti”. Così per il vuoto desolato che circonda la casa di Bob: ”Volevo creare visualmente quello che avviene nel suo intimo. Dentro di lui c’e’ un grande vuoto, non c’e’ nessuna gioia, nessun amore”.

Comunque, spiega ancora Jennifer Lynch, ”non mi sono ispirata a fatti reali, se non forse nel mio inconscio. Spero pero’ che questo film apra un dibattito, faccia pensare. Anche perché vittima di queste cose sono quasi sempre i bambini”. La non conversione al male di Rabbit ”si spiega – dice la regista – per il fatto che un po’ d’amore della madre e’ rimasto nel suo cuore e questo, alla fine, lo salva”. Le molte telecamere che si vedono in ‘Chained’ ”fanno parte della filosofia dei miei film che sono sempre legati al voyeurismo, quello del guardare e quello dell’essere visti”, sottolinea. Jennifer Lynch ha giù in testa i prossimo film. dal titolo ‘Fall from Grace’, mentre il padre ”per ora – dice – è tutto concentrato nella pittura, ma credo che stia pensando a qualcosa da girare il prossimo anno”.