Cleveland, camera della tortura a casa Castro. Procuratore chiede pena di morte

Pubblicato il 10 Maggio 2013 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Una camera della tortura con catene, lucchetti e guinzagli. Quei guinzagli che Ariel Castro, orco di Cleveland, avrebbe usato per portare in giardino Amanda Berry, Gina Dejesus e Michelle Knight. Una camera dove la “raccapricciante brutalità” delle torture subite dalle tre ragazze veniva celata tra le mura bianche di una casa dall’apparenza normalissima.La polizia non svela i dettagli dell’orrore, ma dichiara: “Ariel Castro creò una camera della tortura a casa sua, che per dieci anni è stata una prigione privata nel cuore della città. La raccapricciante brutalità delle torture che queste ragazze hanno subito lungo questi dieci anni sono al di là di ogni umana comprensione”.

Ormai Castro confessa i suoi reati al procuratore Tim Mc Ginty. Una camera di tortura e tre camere distinte in cui le ragazze venivano tenute separate, affinché non legassero tra loro e unissero le forze per scappare. “Sono un predatore sessuale“, scriveva nel 2004 Castro in una lettera in cui diceva di volersi suicidare. E le sue prede hanno subito torture e violenze che ora vengono ascoltate.

La pena, dice il procuratore  McGinty, deve essere esemplare: “Cercherò di ottenere la pena di morte contro Ariel Castro per il rapimento e per aver provocato diversi aborti”. Secondo McGinty se sarà possibile dimostrare che una delle donne, così come riferito in queste ore alla Polizia, sia stata prima malnutrita per settimane e poi picchiata sull’addome allo scopo di farla abortire, allora si può ipotizzare l’accusa di omicidio aggravato.

Se la Corte dovesse accogliere quest’impianto accusatorio, allora la legge dell’Ohio prevede anche il ricorso alla pena di morte per questo tipo di reati. McGinty ha quindi concluso che a quel punto potrebbe essere pronto a chiedere la pena capitale. Al momento, Castro è incriminato per i reati di rapimento e stupro.

McGinty ha poi aggiunto: “Il dramma su cui stiamo indagando è di una crudeltà tale che è perfino difficile capire o spiegare com’è potuto accader”. Quanto alle vittime ha lanciato un appello al pubblico e ai media di tutelare il loro difficile percorso verso un possibile ritorno alla normalità, dopo 10 anni di inferno: ”Si tratta di persone che hanno un disparato bisogno di tempo e di spazio. Tocca a tutti dare loro una possibilità di recupero”.

La casa di Ariel Castro setacciata dall’Fbi (foto Ap/LaPresse)