Costa Concordia, De Falco-Schettino faccia a faccia al processo (foto)

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2013 - 13:23| Aggiornato il 10 Dicembre 2013 OLTRE 6 MESI FA
La Costa Concordia subito dopo il naufragio (Foto Lapresse)

La Costa Concordia subito dopo il naufragio (Foto Lapresse)

GROSSETO – Gregorio De Falco e Francesco Schettino si sono ritrovati faccia a faccia a Grosseto. Il capitano celebre per il suo “torni a bordo, c…” e il comandante della Costa Concordia, finita sugli scogli del Giglio il 13 gennaio 2012.

De Falco ha testimoniato al processo sul naufragio.

Dalla Costa Concordia ammisero la falla solo venendo contattati più volte da terra, in particolare dalla capitaneria di Livorno, ha detto Gregorio De Falco ricordando che:

”Alle 22.38 (l’urto è delle 21.45, ndr) la nave dà il segnale di distress. Chiamo io la nave perchè non convince la situazione di apparente tranquillità che loro dichiaravano. A seguito di questo ammettono che c’è una falla e non un semplice black out, così possiamo inviare motovedette ed elicotteri” di soccorso.

”Mentre dalla nave ci davano rassicurazioni sulla situazione a bordo, i carabinieri di Prato ci avevano avvisato della telefonata di una parente di una passeggera secondo cui la nave era al buio, erano stati fatti indossare i giubbotti di salvataggio, erano caduti oggetti e suppellettili: circostanze non coerenti con quanto dichiarato dalla nave”.

‘Vada a bordo, c….!’ E Francesco Schettino abbassa lo sguardo agitando un foglio scritto che tiene in mano, mentre parla con uno dei suoi avvocati. Così l’imputato del processo sul naufragio della Costa Concordia reagisce mentre scorre l’audio della telefonata con cui Gregorio De Falco tentò di convincerlo a risalire sulla nave per coordinare i soccorsi ai passeggeri. Durante la testimonianza di De Falco Schettino ha interloquito spesso con la sua difesa, anche scuotendo la testa e sorridendo in modo nervoso durante le telefonate più concitate e drammatiche con De Falco.

(Foto LaPresse)