Costa Concordia, la Rainbow Warrior di Greenpeace al Giglio: “Basta disastri” FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2014 - 15:34 OLTRE 6 MESI FA

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – La Rainbow Warrior è una delle nave simbolo di Greenpeace. L’imbarcazione per la prima volta è approdata in un porto italiano per un tour contro i cambiamenti climatici. Il porto in questione è quello dell’Isola del Giglio dove è arrivata la sera del 30 giugno per mandare un messaggio al governo che ha deciso di trasferire a Genova la Costa Concordia. Al tramonto, sulla nave di Greenpeace, posizionata non lontano dal relitto, sono iniziati a comparire dei messaggi luminosi composti con luci a led con le domande che l’organizzazione sta facendo da mesi e alle quali non è stata data risposta.

Interrogativi come “Un altro disastro, quanto ci Costa?” e “ In mare aperto per 5 giorni?”. “Speriamo sia davvero vicino il momento in cui l’oscena ferraglia della Costa Concordia sarà rimossa dal Giglio. Ci vorranno almeno cinque giorni per trainarla fino a Genova e i dubbi sulla sicurezza di quest’operazione sono molti. Avremmo voluto cancellarli incontrando il Commissario straordinario, che ha il compito di vigilare su un intervento complesso e rischioso come questo, ma non è stato possibile” afferma Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. Greenpeace non ha mai fatto il tifo per la scelta di una città rispetto a un’altra, ma solo per il Giglio e per lo splendido mare del Santuario dei Cetacei per il quale fa campagna da anni.

Lo smaltimento delle navi è bene che avvenga il più vicino possibile al luogo in cui si trovano per minimizzare i rischi ambientali, soprattutto quando hanno subito gravi danni. “Non sappiamo cosa accadrebbe se, com’è già successo, durante il traino si dovesse staccare un altro cassone. Non conosciamo previsioni meteo davvero affidabili a cinque giorni (tanto, e forse più, ci vorrà per portare la Concordia a Genova) e non abbiamo certezze su come verranno limitati i rischi di rilascio dei liquidi pericolosi o contaminati che sono dentro il relitto. Infine, non sappiamo con quali garanzie avverrà a Genova la rottamazione della Concordia che deve rispettare le norme comunitarie” conclude Giannì.

Le foto dell’operazione di Greenpeace: