Crac Lehman Brothers, ecco che fine (dorata) hanno fatto i responsabili

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Settembre 2013 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – È stato l’11 settembre della finanza mondiale, anche se il giorno in cui la banca d’affari americana Lehman Brothers fece crac non era l’11 ma il 15 settembre 2008. Per Vittorio Zucconi il 15 settembre della finanza era diretta conseguenza della reazione muscolare degli Usa all’11 settembre del terrorismo.

Gli americani furono incoraggiati a vivere al di sopra delle proprie possibilità, per dimostrare ai qaedisti che la loro way of life non aveva subito traumi dopo gli attacchi alle due Torri. Così vennero aumentati i plafond delle carte di credito e le banche concessero allegramente mutui per l’acquisto di case.

Ma quando gli Stati Uniti si accorsero che non c’era una crescita economica che poteva sostenere il lusso del debito privato, quando le banche iniziarono a pignorare case agli americani azzoppati dalla disoccupazione dilagante, scoppiò la bolla dei mutui “subprime” e buchi si allargarono come voragini nei bilanci delle banche Usa. Solo che i fallimenti o i salvataggi di queste banche furono fatte pagare agli americani (e poi al resto del mondo occidentale, con la crisi) e non ai banchieri.

Cinque anni dopo, i responsabili del disastro finanziario che ha dato origine alla recessione – dalla quale ancora fatichiamo ad uscire – non se la passano poi così male. Giuliana Ferraino sul Corriere della Sera è andata a vedere che fine hanno fatto otto dei protagonisti di quei giorni devastanti per l’economia mondiale:

“Dick Fuld, 67 anni, ex presidente e Ceo di Lehman Brothers, soprannominato da Wall Street «il gorilla», per i suoi metodi spicci, ha incassato 34 milioni di dollari nel 2007, l’anno prima del fallimento della banca che ha guidato per 14 anni, e 22 milioni nel 2006, bonus che hanno fatto salire a 457 milioni il tesoro accumulato dal 2000. Oltre a tre case di lusso: una magione a Greenwich, Connecticut; un ranch a Sun Valley, Idaho e una villa a Jupiter Island, in Florida. […]

Ken Lewis, 66 anni, ex Ceo di Bank of America, è andato in pensione a fine 2009. BofA era in trattativa per comprare Lehman, ma poi Lewis decise di tirarsi indietro, preferendo acquistare Merrill Lynch. A febbraio l’ex banchiere ha venduto la sua casa di Charlotte per 3,1 milioni di dollari (aveva chiesto un prezzo di 4,5 milioni).

Bob Diamond, 62 anni, ex Ceo di Barclays, emerso indenne dalla tempesta dei subprime, è stato costretto a dimettersi il 3 luglio 2012 in seguito alle manipolazioni dell’indice Libor. Quel fatidico lunedì mattina del 15 settembre 2008 Diamond rinunciò all’acquisizione di Lehman, dopo una notte di trattativa, sostenendo che la banca britannica non avrebbe potuto garantire le sue obbligazioni senza il voto dei suoi azionisti, che non sarebbe potuto avvenire prima di martedì. Troppo tardi.

John Thain, 58 anni, l’ultimo presidente e Ceo di Merrill Lynch prima della sua fusione con Bank of America, siglata proprio il 15 settembre 2008, ha lasciato il gruppo pochi mesi dopo, nel gennaio 2009, costretto da Lewis. Da sempre uno dei manager più pagati a Wall Street, dopo aver incassato 83,1 milioni di dollari nel 2007, si è visto rifiutare dal board un extra bonus di 10 milioni nell’autunno 2008, chiesto per «aver salvato Merrill» con la vendita a BofA.

Hank Paulson, 67 anni, ex banchiere di Goldman Sachs e all’epoca dei fatti ministro del Tesoro di George W. Bush, oggi è presidente del Paulson Institute all’Università di Chicago. Nel famigerato weekend Paulson riunì nella sede della Fed di New York i grandi banchieri di Wall Street per annunciare che Lehman non era troppo grande per fallire e che non ci sarebbero stati fondi pubblici per un bailout , perciò toccava a loro trovare una soluzione.

Tim Geithner, 52 anni, allora alla guida della Federal Reserve di New York, e poi segretario del Tesoro di Barack Obama durante il suo primo mandato, ha lasciato la vita pubblica nel gennaio 2013.

Ben Bernanke, 59 anni, si prepara a lasciare la guida della Federal Reserve, che ha guidato dal 2005. Il suo mandato scade a fine gennaio 2014.

Tra i protagonisti di allora anche Peer Steinbrück, oggi sfidante di Angela Merkel alla cancelleria per i socialdemocratici alle elezioni del 22 settembre. Nel 2008 era il ministro delle Finanze tedesco nel governo di coalizione guidato da Merkel, e in quanto tale responsabile ultimo della banca Kfw, controllata all’80% dallo Stato federale e per il restante 20% dai Länder. Il 16 settembre, quando Lehman annunciò la bancarotta, mentre gli investitori di tutto il mondo correvano a ritirare i fondi dalla banca fallita, Kfw girò 300 milioni di euro a Lehman, guadagnandosi l’appellativo di «banca più stupida della Germania» dal quotidiano Bild, che diffuse la notizia”.