Dario Fo, l’ultimo saluto. Funerale laico in piazza Duomo FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Ottobre 2016 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Oggi, sabato 15 ottobre, in molti tra i protagonisti del mondo culturale, artistico e istituzionale, stanno rendendo omaggio a Dario Fo nel giorno del funerale laico.

Dietro il carro funebre, alcuni amici portano una foto dello scrittore. E un lungo applauso all’uscita della bara. Giornata di lutto cittadino a Milano per il saluto a Dario Fo, con la bandiera del Comune a mezz’asta e il corteo partito dal Teatro Strehler – dove è stata allestita la camera ardente – per raggiungere piazza del Duomo. È lì che si celebrano i funerali laici del premio Nobel, con le orazioni del figlio Jacopo e del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini. In piazza, anche Beppe Grillo, insieme al figlio di Gianroberto Casaleggio, Davide, e al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Dagli altoparlanti una delle canzoni di Fo, ‘Stringimi forte i polsi’. “Scritta da mio padre per mia madre”, ha raccontato il figlio dell’artista tra le lacrime.

!Nonostante quello che hanno fatto loro, non hanno mai piegato la testa. Chi ha colpito i miei genitori ha
perso: hanno fatto una vita straordinaria, hanno ricevuto tanto amore”. Jacopo Fo ha parlato così di suo padre e del rapporto che aveva con Franca Rame. Molto commosso, ma sostenuto dagli applausi della piazza, ha ricordato: “Noi siamo comunisti e atei però mio padre non ha mai smesso di parlare con mia madre e chiederle consiglio. Siamo anche un po’ animisti, perché non è possibile morire veramente. Sono sicuro che adesso sono insieme e si fanno delle gran risate. In scena c’era la loro vita, non
era la semplice capacità istrionica. La gente amava Dario e Franca per questo, non perché erano bravi attori, ma perché hanno visto qualcuno che c’era veramente”.

Carlo Petrini ha sottolineato gli ideali del Premio Nobel. “In questa giornata che celebriamo è meglio essere generosi che avari. Noi stapperemo le bottiglie, canteremo, balleremo, faremo l’amore, ritroveremo la gioia straordinaria di chiamarci compagni e compagne non solo perché condividiamo il pane, ma anche la gioia, la fraternità e questo nostro amore reciproco, senza cattiverie – ha detto -. Oggi celebriamo il più grande tra di noi, che aveva la capacità di dileggiare i potenti con uno sberleffo”. Il fondatore di Slowfood Carlin Petrini ha concluso la sua orazione con le parole di Enzo Jannacci nella canzone scritta proprio da Dario Fo: “Allegri bisogna stare che il troppo piangere non fa per noi… Allegri bisogna stare perché troppo piangere non rende onore ai nostri amici e perché celebriamo la vita”.

Tra i tanti che hanno voluto rendere omaggio a Dario Fo, il comico e attore teatrale Paolo Rossi. Al suo arrivo ha abbracciato Stefano Benni, visibilmente commosso per la scomparsa dell’amico. “Andrò tutti i giorni in tv al posto suo – ha detto lo scrittore – Ma tanto lo so che non mi credete”. “Questo silenzio – ha aggiunto – è il miglior omaggio a Dario che era un uomo di parola”.

“Ricordo una persona che mi ha sostenuto nei momenti complicati e vengo a omaggiarlo soprattutto questo – ha detto Roberto Saviano – per riconoscergli di esserci stato”. “Non si è mai reso banale semplice, ma allo stesso tempo non è mai stato accademico. Quando ha vinto il Nobel mezzo paese, per invidia o per dileggio, ha cercato di sminuirlo. È un paese ingrato. Ma c’è anche – ha aggiunto – tutta una parte autentica che invece lo ha sempre ascoltato e protetto. A me ha insegnato a non essere mai cortigiano e a divertirsi nell’essere critici e a non prendersi mai troppo sul serio. Ha avuto sempre il coraggio, questa cosa preziosa e rara, di prendere posizione anche quando quella posizione risultava sbagliata”.

(foto Ansa)