Davide Bifolco, sigilli alla cappella abusiva in costruzione al Rione Traiano

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2014 - 23:26| Aggiornato il 18 Settembre 2014 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Tra la delusione dei ragazzi del Rione Traiano, la polizia municipale ha apposto i sigilli a una piccola cappella votiva che si stava costruendo nel luogo in cui è morto Davide Bifolco, il ragazzo non ancora diciassettenne ucciso il 5 settembre scorso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere.

L’idea di costruire un monumento per ricordare Davide era venuta ai suoi amici, che fin dal primo momento avevano cominciato a lasciare nell’aiuola fotografie, lumini e fiori. Così, nei giorni scorsi, nell’aiuola sono stati portati blocchi di pietra, cemento e altro materiale necessario per la costruzione, mentre tra due alberi è stato fissato un grande striscione con la foto del ragazzo ucciso: “Davide, resterai sempre nei nostri cuori“, c’è scritto.

Quindi i muratori hanno avviato i lavori, ma nessuno si è posto il problema della concessione edilizia. Quel vano ampio circa tre metri, evidentemente abusivo, infatti non è sfuggito alla polizia municipale. Un’informativa è stata inviata in Procura, dove è stato aperto un fascicolo per abusivismo edilizio. Poi sono scattati i sigilli. L’iniziativa della Procura non è piaciuta alla famiglia e agli amici di Davide, che fanno di tutto per mantenere viva la memoria del ragazzo e di sera si ritrovano davanti all’aiuola per pregare. Mercoledì mattina tra la gente del Rione Traiano serpeggiava il malumore, ma la tensione per fortuna non è salita come si temeva.

L’ipotesi di una demolizione forzata al momento non è stata presa in considerazione proprio per non provocare incidenti. L’aiuola sulla quale è stata costruita la piccola cappella è quella sulla quale, nella notte tra il 4 e il 5 settembre, si concluse l’inseguimento dello scooter su cui Davide si trovava con altri due giovani. Il mezzo non si era fermato all’alt di una pattuglia di carabinieri impegnata nella ricerca di un latitante.

Foto Ansa