Diabete giovanile, prima malattia clonata: da staminali a terapia personalizzata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Aprile 2014 - 07:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Clonare una malattia con il metodo usato nel 1996 per far nascere la pecora Dolly. Questo l’esperimento riuscito negli Stati Uniti, dove è stato clonato da cellule staminali epiteliali il diabete di tipo 1, anche detto diabete giovanile. Un risultato che porta ad un passo dalle terapie personalizzate e che è stato registrato nei laboratori del New York Stem Research Foundation e della Columbia University. A coordinare la ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, il professor Dieter Egli.

L’esperimento mostra come le cellule adulte possano essere riprogrammate e sostituite alle cellule malte del paziente, senza che vi sia rischio di rigetto. I ricercatori hanno prelevato cellule della pelle della donna con il diabete di tipo 1, ne hanno prelevato il nucleo e lo hanno innestato in un ovulo che in precedenza era stato privato del suo nucleo, in modo simile a quanto era accaduto quando era stata ottenuta la pecora Dolly.

La nuova cellula così ottenuta ha cominciato a regredire e ha dato origine a un embrione, dal quale sono state prelevate cellule staminali. Cellule che a tutti gli effetti hanno il Dna della paziente con il diabete da cui le cellule originali erano state prelevate. Le cellule clonate potranno aiutare a studiare meglio la malattia, ma soprattutto potranno essere trasformate nelle cellule produttrici di insulina che nei pazienti con diabete hanno smesso di funzionare.

Le nuove cellule sane potranno essere trapiantate senza problemi, sia perché hanno un numero normale di cromosomi, sia perché sono perfettamente compatibili con la paziente, spiega Egli:

“Siamo più vicini a poter trattare i pazienti diabetici con le loro cellule produttrici di insulina”.

La tecnica usata dai ricercatori potrebbe essere utilizzata per clonare e studiare altre patologie: dal Parkinson, alla sclerosi multipla e la degenerazione maculare. I risultati ottenuti rappresentano dunque un passo importante nella medicina delle terapie personalizzate, ma la strada da percorrere è ancora lunga non solo in termini scientifici per ottenere delle terapie sicure, ma anche legislativi: sono ancora molti i Paesi in cui la legge vieta la produzione di embrioni a scopo di ricerca e l’Italia è tra questi.

(Foto Ansa)