Egitto, la polizia spara sui manifestanti. “Oggi è il venerdì della rabbia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Agosto 2013 - 07:04 OLTRE 6 MESI FA

IL CAIRO – L’Egitto è di fronte a numeri da guerra civile. E come se non bastasse la polizia ha licenza di sparare sulla folla. Il governo ha infatti annunciato di aver dato alle forze di sicurezza “licenza di sparare su chi attacca luoghi pubblici”. Ma a notte fonda, dopo un’altra giornata di violenze, la Fratellanza ha annunciato un “venerdì della collera”: dopo la preghiera, da tutte le moschee del Cairo partiranno cortei che si dirigeranno verso piazza Ramsete.

Spari della polizia sui migliaia di sostenitori dei Fratelli musulmani hanno già cominciato a marciare per le strade in diversi quartieri del Cairo e in altre città dell’Egitto sfidando lo stato d’emergenza imposto mercoledì dalla presidenza. I manifestanti islamici marciano anche a Hurgada, località turistica sul Mar Rosso frequentata da turisti stranieri fra cui non pochi italiani, inneggiando al presidente deposto Mohamed Morsi e denunciando il massacro di Rabaa e Nahda, al Cairo. Lo mostrano le immagini in diretta delle tv arabe. A Tanta, 120 km a nord del Cairo, la polizia ha cominciato a sparare lacrimogeni contro manifestanti pro-Morsi.

Secondo le ultime stime fornite dal ministero della salute i morti sarebbero oltre 600, oltre 40 dei quali sono poliziotti. E poi ci sono almeno 3.500 feriti. Ma i fratelli musulmani continuano a insistere su cifre molto più alte, parlando addirittura di 4.500 vittime.

Mercoledì la giornata era iniziata con i carri armati dell’esercito schierati con i manifestanti pro Morsi. I cecchini alle finestre sparavano sulla folla, lacrimogeni, bombe a mano, si parla anche di armi tossiche. Ma i manifestanti, che fanno in larga parte riferimento ai Fratelli musulmani, hanno risposto, ribellandosi allo sgombero. Gli agenti sono intervenuti con veicoli blindati, bulldozer ed elicotteri nei due principali accampamenti dei pro-Morsi al Cairo: quello più piccolo, vicino all’università, e quello principale vicino alla moschea di Rabaa.

Dopo le violenze si muove anche la comunità internazionale. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha invocato un intervento delle Nazioni Unite: “Coloro che restano in silenzio davanti a questo massacro – ha detto Erdogan – sono colpevoli tanto quanto chi lo ha compiuto. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve riunirsi rapidamente”. Mentre Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna hanno convocato i rappresentanti egiziani nei tre paesi. Il presidente francese François Hollande ha chiesto all’ambasciatore Mohamed Mostafa Kamal di “revocare velocemente lo stato d’emergenza”. Ha parlato anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama

Della situazione ha parlato anche il ministro della Difesa, Mario Mauro: “L’Italia – ha detto Mauro – deve fare tutti gli sforzi possibili per evitare all’Egitto il flagello della guerra civile”. Un appello alla pace è arrivato, infine, da Papa Francesco: “Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime, i loro familiari, i feriti e quanti soffrono”.

“Rabaa – la piazza dei pro-Morsi sgomberata mercoledì al Cairo dai militari egiziani – è la nostra Tienanmen”, afferma su Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad. La battaglia di cifre è proseguita anche dopo il coprifuoco che dopo le 21 di mercoledì ha smorzato la tensione e gli scontri tra manifestanti e forze di polizia. Il governo sostiene che sostenitori di Morsi sono stati smantellati e per questo è tornata la calma, ma nelle prossime ore le piazze egiziane potrebbero nuovamente accedersi.

Ventimila turisti italiani. Dalla Farnesina l’avviso di allerta anche nelle località turistiche: “Lo stato di emergenza ed il coprifuoco potrebbero creare disagi anche nelle località turistiche” del “Mar Rosso dove al momento non si registrano incidenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese”. E’ quanto si legge sul sito web ‘viaggiaresicuri.It’ della Farnesina. Un annuncio che non sembra però intimorire particolarmente i turisti. Sono circa 19.000 infatti gli italiani nelle località turistiche in Egitto, in aumento di circa 5.000 unità rispetto alla scorsa settimana, come riferiscono operatori turistici locali. E proprio in una delle località turistiche sul Mar Rosso, a Hurgada, tra le più frequantate anche dagli italiani non sono mancate le manifestazioni dei sostenitori di Morsi.

(Foto LaPresse)