Fabrizio Cicchitto scrive a Berlusconi: “Caro Silvio, così diventerai prigioniero dei falchi…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2013 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Caro Silvio…” Fabrizio Cicchitto prende carta e penna e scrive a Berlusconi, via Corriere: “Mi dispiace dirtelo – scrive Cicchitto – ma tu — e il Pdl-FI con te — rischi di diventare prigioniero dei «falchi» su una linea del tutto sbagliata”. Quale linea? ” Se vi fossero elezioni pressoché immediate, il Pdl-FI regalerebbe al Pd la vittoria su un piatto d’argento: il centrodestra le affronterebbe azzoppato, senza un candidato forte, con Berlusconi impedito, con Alfano attaccato ogni giorno dai falchi, con Marina in odor di successione familiare e con poco tempo a disposizione per esser lanciata”.

Ecco uno stralcio della lettera:

Fabrizio Cicchitto scrive a Berlusconi: "Caro Silvio, così diventerai prigioniero dei falchi..."

Fabrizio Cicchitto scrive a Berlusconi: “Caro Silvio, così diventerai prigioniero dei falchi…”

Ci assumeremmo insomma la responsabilità di una crisi di sistema, pur non essendone noi i principali colpevoli. Se invece la crisi avvenisse nel caso della tua decadenza al Senato, ti voglio ricordare che quando hai giustamente preso l’iniziativa di dar vita a questo governo con un Pd allora guidato da Bersani, non ti facevi certo alcuna illusione sul fatto che il Pd avrebbe cessato di essere giustizialista e antiberlusconiano, come noi dall’altra parte non avremmo certo smesso di essere garantisti e contro il partito di Repubblica e i suoi subalterni seguaci. Il Letta-Alfano è un governo di emergenza, che deve misurarsi con due nodi: la crisi economica e l’esigenza delle riforme istituzionali. Dare ad un governo Pdl-Pd il compito di battersi frontalmente contro l’uso politico della giustizia sarebbe una missione impossibile che ne avrebbe impedito a suo tempo la nascita e che adesso ne provocherebbe la sicura crisi, del tutto al buio. La battaglia frontale contro l’uso politico della giustizia particolarmente concentrato nei tuoi confronti dobbiamo farla noi del Pdl-FI in Parlamento e nel Paese, ma i rapporti di forza impediscono che essa abbia oggi uno sbocco a livello di governo. Vedi, caro presidente, nella difficile posizione in cui siamo per il bombardamento giudiziario contro di te, per le sue doti e la lealtà verso di te, per le sue potenzialità politiche, una figura come Alfano se già non ci fosse, dovresti inventarla. Sarebbe poi interesse di tutti, sia del Paese che del centrodestra, avere un governo solido fino al 2015, assegnare a te un ruolo di leadership carismatica e di elaborazione politica, portare a termine l’istituzionalizzazione del grande cambiamento da te introdotto nel sistema politico italiano, e nel contempo far crescere anche un leader nuovo nel centrodestra che, a quella scadenza, possa confrontarsi in condizioni di parità con il leader del centrosinistra. Ora, col tuo aiuto, dobbiamo fare insieme due cose: migliorare la legge di Stabilità, senza forzare strumentalmente, e costruire un partito con la tua leadership, la forte presenza di Angelino e una reale democrazia interna. Diciamoci la verità: diversamente da FI — che non fu mai attraversata da vere divisioni politiche — il Pdl-FI è invece segnata da divisioni politiche e personali profonde. Ora non serve proprio un Cn per uno scontro muscolare, ma un’aperta dialettica fra posizioni diverse. Sia al Senato che alla Camera un nucleo di parlamentari deciso a non dare spazio «al partito della crisi e dell’avventura» vuol costruire, con il tuo concorso, un grande centrodestra maggioritario di stampo europeo che contesti una linea germanocentrica che con la sua miopia fornisce munizioni e argomenti al populismo antieuropeista. Diversamente da tante volte nel passato, oggi ti ho scritto una lettera aperta e non privata. L’ho fatto perché reputo la situazione gravissima.