Ferguson, spari e arresti corteo ad un anno dalla morte di Michael Brown FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Agosto 2015 - 01:33 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Tensione alle stelle a Ferguson a un anno di distanza dall’uccisione del giovane afroamericano Michael Brown da parte di un agente di polizia, con le autorità costrette a proclamare lo stato d’emergenza e decine di arresti, inclusi gli attivisti Cornel West, professore emerito all’università di Princeton, e il reverendo Osagyefo Sekou.

Le manifestazioni si sono susseguite pacificamente durante il fine settimana, ma nella nottata di domenica la situazione e’ peggiorata, con una scontro a fuoco. Ad avere la peggio è stato un ragazzo di 18 anni, anche lui afroamericano, ferito dai colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia. Le sue condizioni sono critiche. Il timore è ora che la situazione possa di nuovo peggiorare, con scontri violenti, come accaduto dopo la morte di Michael Brown.

Secondo le ricostruzioni, al sparatoria è avvenuta in seguito agli scontri a colpi di arma da fuoco fra due gruppi rivali a West Florissant Avenue, l’epicentro delle proteste di Ferguson. Il ragazzo ferito, Tyrone Harris, faceva parte di uno dei due gruppi: quattro agenti in borghese lo hanno visto correre all’interno di un parcheggio e si sono diretti, a bordo della loro auto, nella sua direzione, lampeggiando con i fari. Harris ha quindi aperto il fuoco, e la polizia ha risposto: uno dei dieci proiettili esplosi lo ha colpito. A suo carico, le autorita’ hanno annunciato 10 capi d’accusa, incluso l’assalto a forze dell’ordine.

Critica duramente l’incidente il ministro della giustizia americano, Loretta Lynch. ”La violenza oscura ogni messaggio di pace, e mette la comunità e gli agenti che cercano di proteggerla in pericolo”. Le polemiche però riguardano ancora una volta anche la polizia: il Ferguson Action Council, la coalizione che organizza le proteste locali, denuncia la scelta di inviare agenti in borghese senza telecamere nell’area della manifestazione. ”Dopo un anno di proteste e di dialogo sulla responsabilità della polizia, l’invio di agenti in borghese senza telecamere e appropriata identificazione nell’area della manifestazione, ci lascia ancora una volta solo con il resoconto sull’incidente di un poliziotto, e questo è un problema” afferma Kayla Reed, una delle organizzatrici della manifestazione.

Oltretutto, le prime ricostruzioni ‘alternative’ a quelle della polizia dipingono un’altra scena: secondo quanto riferito dal papà di Harris, che ha citato due ragazze che erano con lui, il ragazzo sarebbe stato disarmato e stava correndo per salvarsi la vita. “Stanno dicendo un sacco di bugie”, accusa il padre. ”Erano criminali, non manifestanti”, spiega dal canto suo il capo della polizia Jon Belmar.

”I manifestanti sono coloro che parlano di come cambiare. Non ci possiamo permettere nessun tipo di violenza in giornate come queste ma neanche in nessun altro momento se vogliamo muoverci nella giusta direzione” aggiunge Belmar. Le tensioni nell’area continuano: in mattinata un uomo ha aperto il fuoco contro due ragazzi che camminavano sul marciapiede vicino al luogo dove Michael Brown è stato ucciso un anno fa. I due ragazzi, di 17 e 19 anni, sono stati feriti ma non sono in pericolo di vita. Le foto Reuters che seguono, mostrano quanto accaduto a Ferguson.