PRATO – Festa per la morte di Silvio Berlusconi, su Facebook l’evento è già programmato. La macabra pagina scovata dal Tirreno ha fatto infuriare il Giornale di famiglia che parla di un’iniziativa choc figlia del più becero anti-berlusconismo.
Poco importa se alla pagina hanno aderito appena 60 persone. E la grande Festa è nata dalla mente di un cittadino di Prato che raduna i partecipanti a Piazza Mercatale per il 25 aprile 2014 (data inventata e meramente simbolica).
Nell’oggetto della pagina si legge:
ispirati dai festeggiamenti a Glasgow per la morte di Margaret Thatcher, noi saremo pronti e festeggeremo la prima sera utile dalla morte di Berlusconi. Chiamiamola festa coccodrilo (un po’ come fanno i giornalisti alla morte dei personaggi famosi con il servizio già pronto e confezionato).
Intanto Fabrizio De Feo, sul Giornale, si indigna e infuria:
Sì, perché quello che colpisce in questo universo parallelo fatto di odio e insulti di ogni tipo- miscela in cui si confondono leggende metropolitane, surreali attribuzioni di colpa, conformismo, invidia sociale e molto altro – è l’evocazione della violenza, quasi fosse un gioco o un diritto morale da esercitare per eliminare l’avversario più insidioso. «Con Berlusconi ho sempre avuto un rapporto bellissimo, un odio platonico!» disse una volta Roberto Benigni. Non sempre, però, questa rabbia alimentata da unsistema mediatico che soffia sul fuoco per propria convenienza e lucro, è rimasta dentro confini ragionevoli. Oggi, alla fine di unpercorso ventennale si ritorna al punto di partenza: l’augurio di morte. Rito anche vagamente autoiettatorio. Perché scrivere «coccodrilli» non porta mai bene. Figuriamoci se si preparano per un caimano.
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