FOTO Migrante accoltellato da un altro migrante a Calais

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2016 - 06:35 OLTRE 6 MESI FA

CALAIS – Migrante accoltellato nel mega campo noto come “la giungla di Calais” da un altro migrante con cui è venuto a lite e lo ha aggredito brandendo una lama. La foto fissa i terribili momenti, mentre le autorità francesi hanno continuato il loro tentativo di sgomberare “la giungla di Calais“.

Nelle foto si vede un uomo incappucciato con un coltello in pugno che ne insegue un altro in mezzo alla fanghiglia che occupa il terreno del campo, lo raggiunge e conficca la lama all’altezza del fegato. L’accoltellamento segue le tensioni esplose nella baraccopoli nel nord della Francia.

Gli spettatori cercano di intervenire e trascinano via la vittima spaventata, mentre l’aggressore, una volta tolta l’arma dalle mani, viene portato via. Poliziotti delle squadre antisommossa sono tornati al campo per il terzo giorno consecutivo per sgomberarlo dalle baracche. E’ accaduto dopo le accuse fatte dal prefetto della città agli anarchici inglesi, colpevoli di aver manipolato un gruppo di 150 migranti che hanno causato violenze nell’accampamento.

Secondo Fabienne Buccio, funzionario della Prefettura di Calais, i migranti sono stati manipolati dagli inglesi ‘estremisti’, attivisti No Borders. La signora Buccio ha detto al giornale Independent che gli attivisti No Borders “sono giovani guidati da un’ ideologia anarchica con il ripudio verso tutte le leggi e le frontiere. “Non hanno alcuna reale preoccupazione per la sofferenza dei migranti. Essi li manipolano e li inducono in errore e molestano gli assistenti sociali che inviamo sui campi. “E sono pericolosi. Uno dei miei agenti di polizia aveva la mano rotta in cinque punti lunedì. Non stanno lanciando sassolini”.

La puzza inconfondibile di plastica bruciata aleggia sopra al campo fangoso mentre dozzine di poliziotti antisommossa pattugliano la zona. Gusci carbonizzati di baracche e tronchi fumanti segnano i punti in cui una mezza dozzina di rifugi è stata bruciata durante la notte. Non è chiaro come gli incendi siano iniziati – se erano atti di protesta da parte dei migranti espulsi, fuochi accesi dalla polizia come alcuni attivisti hanno sostenuto, o semplicemente incidenti causati da scintille sparso dal vento gelido, provenienti da altri fuochi.

La polizia, arrivata con circa 30 veicoli, ha istituito delle barriere per respingere indietro gli attivisti,i volontari e la stampa, ma erano chiaramente sotto gli ordini di andarci piano con i rifugiati, nel bagliore dei media di tutto il mondo. Centinaia di agenti CRS armati di gas lacrimogeni, manganelli e scudi antisommossa hanno circondato il luogo squallido, dove vivono circa 4000 persone con l’intento di raggiungere il Regno Unito.

Migranti e rifugiati che hanno abbandonato la guerra, la povertà e le persecuzioni, osservano le baracche che vengono smantellate con le ruspe e gli oggetti personali accatastati dentro ai container. Nel tentativo di fermare il lento sgombero, alcune persone sono sedute in cima alle fragili case. Un funzionario del governo locale,Vincent Berton, ha affermato che l’operazione per cancellare la sezione meridionale sarebbe durata tre settimane. E ha aggiunto che l’obiettivo generale era quello di dimezzare la dimensione della popolazione del luogo a circa 2.000, aggiungendo: “Lunedì mattina siamo stati sorpresi dal piccolo numero di persone presenti qui. Stiamo cercando di non spostare il problema. Siamo molto concentrati. Stiamo cercando una soluzione migliore soprattutto per i bambini”.

Le autorità francesi vogliono spostare le persone dal luogo infestato dai topi a container riscaldati nelle vicinanze, o ai centri di tutta la Francia, dove possono chiedere asilo. Le autorità statali hanno detto che fino a 1.000 persone saranno coinvolte nell’operazione.
Ma gli operatori umanitari dicono che la cifra è probabilmente molto più alta. Help Refugees ha rivelato che 3.455 persone vivono nella zona interessata. Save The Children ha affermato che quasi 400 minori non accompagnati che hanno abbandonato la guerra, la povertà e le persecuzioni, vivono presso il sito.

Gli attivisti avevano chiesto un rinvio per rimuovere le persone dalla baraccopoli, dicendo che non c’erano strutture nuove sufficenti a contenere tutti i rifugiati. Calais ha vissuto con i migranti per anni, ma i campi sul confine della città sorsero intorno ad un centro diurno aperto lo scorso aprile da parte dello stato – cresciuto in modo esplosivo.

La stima che 4000 persone erano ora accampate al Jungle è significativamente minore rispetto ai 6000 che erano lì nel mese di dicembre.

Ripetute richieste ad attraversare la Manica per la Gran Bretagna sono state fatte dai migranti, spingendo un’operazione anglo-francese a rafforzare la sicurezza intorno alle porte, tra cui la costruzione di recinzioni.

Alcuni hanno criticato la decisione di inviare squadre di demolizione, tra cui il leader liberal-democratico Tim Farron, che ha detto radere al suolo il campo non era la soluzione. Ma i trasportatori britannici hanno accolto la sentenza del tribunale della scorsa settimana. Il Freight Transport Association (FTA) ha riferito che la distruzione di massa causata dai migranti è costata all’industria del trasporto del Regno Unito circa £750.000 al giorno, l’anno scorso. £89 miliardi del commercio del Regno Unito passano attraverso il Canale ogni anno e i funzionari della FTA hanno chiesto una soluzione al problema. Molti camionisti hanno segnalato intimidazioni e violenze da parte dei migranti che tentano di salire sui loro automezzi pesanti per il passaggio alla Gran Bretagna.

Un migrante, un uomo di 22 anni, dal Darfur, in Sudan, ha detto che le autorità francesi li hanno trattati come ‘animali’. L’uomo, che ha chiesto di restare anonimo, ha detto: “Io non so cosa fare. I francesi hanno bisogno di trovare una soluzione per noi. Voglio andare in Inghilterra. Siamo stati in questo campo a vivere così per sei mesi. Siamo stati trattati come animali. Sappiamo che non siamo al di sopra della legge, ma quello che stanno facendo è molto aggressivo”.

I funzionari di Medici del mondo, un ente di beneficenza medica che ha lavorato a Calais dal 2003, ha detto che percorsi sicuri e legali dovrebbero essere stabiliti per le persone che cercano rifugio nel Regno Unito. Il suo direttore esecutivo, Leigh Daynes, ha riferito: “Il governo francese non ha mantenuto la promessa di gestire in modo sicuro e graduale una riduzione della popolazione dal campo. Incursioni della polizia all’alba, seguite da cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, sono metodi vergognosi da usare contro quelle persone già traumatizzatedalla guerra.

Mentre la distruzione del campo continua senza adeguate alternative, siamo preoccupati per chi è costretto a spostarsi anche in insediamenti più squallidi. Luoghi sporchi e boschi fangosi non sono luoghi dove uomini vulnerabili, donne e bambini dovrebbero vivere nel periodo invernale. In ultima analisi, la popolazione del campo non dovrebbe essere ridotta a pagare questo prezzo con la propria salute fisica e mentale”