Lo striscione dei genitori di Franco Lori: “Quinto comandamento, non uccidere”

Pubblicato il 30 Giugno 2012 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA

Lo striscione esposto fuori dalla casa di Franco Lori:

POGGIO A CAIANO (PRATO)  –  I genitori di Franco Lori, il bambino di 11 anni morto per cause in via di accertamento martedì 26 giugno durante una gita parrocchiale sul monte della Calvana, hanno appeso uno striscione al balcone della camera del proprio figlio, che si affaccia proprio sulla chiesa della frazione di Prato: “Quinto comandamento, non uccidere”.

Suona come un messaggio di accusa da parte della famiglia. Nei giorni scorsi la parrocchia e la diocesi fiorentina hanno parlato di ritardi nei soccorsi, escludendo responsabilità da parte del parroco e degli accompagnato. Dall’altra parte il 118 ha escluso che ci siano stati ritardi, e rispedito al mittente le accuse. Intanto, l’autopsia eseguita sul corpo del piccolo ha confermato che Franco non soffriva di nessuna malformazione.

Il feretro del bambino è stato tumulato senza rito funebre nel cimitero di Poggio a Caiano (Prato), il comune nel quale viveva fino ad un anno fa la famiglia.  Davanti alle cappelle mortuarie della Misericordia, venerdì 29 giugno due croniste del quotidiano La Nazione, Sara Bessi e Maria Serena Quercioli, sono state aggredite dalla mamma del bimbo a cui davano sostegno altri parenti.

La scritta non è passata inosservata, tanto che sabato pomeriggio il legale della famiglia ha diffuso un comunicato: ”I familiari – precisa in una nota l’avvocato Dimitri Caciolli – non sollevano alcuna accusa: non è loro compito; dopotutto, allo stato, non vi sono elementi per poter ipotizzare alcuna responsabilità. La famiglia Lori-Viani, attualmente, attende solo di conoscere la causa del decesso del loro figlio che, partito per una gita, non faceva più ritorno a casa. Starà poi alla magistratura, a cui si affidano i nostri assistiti, fare luce su eventuali responsabili del tragico episodio”. Quanto all’episodio che ha visto coinvolte due croniste, aggredite mentre aspettavano la salma del piccolo, i legali si chiedono: ”Ma è così necessario riprendere i due genitori che piangono all’arrivo della bara bianca con dentro il corpo esanime del piccolo figlio?”.