Gianluca Buonanno (Lega Nord): “Sel dovrebbe chiamarsi Sodomia e Libertà”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2013 - 17:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Caos nell’aula di Montecitorio per le parole del deputato leghista Gianluca Buonanno che ha attaccato i colleghi di Sel: “Visto che tanto pensano solo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di ‘Sinistra e libertà’ cambino nome e si chiamino, invece, ‘Sodomia e libertà'”.

Non nuovo a interventi ‘di rottura’, Gianluca Buonanno ha scatenato così la bagarre in Aula alla Camera. Le parole del deputato leghista hanno, ovviamente, provocato un putiferio nella parte dell’emiciclo dove siedono i parlamentari di centrosinistra.

Il vice presidente di turno Luigi Di Maio (M5s) è stato costretto a fare più di un richiamo: il microfono di Buonanno è rimasto acceso e lo si è sentito dire a un parlamentare di Sinistra e libertà: “Vieni qua te, vieni qua”.

Secondo Massimiliano Fedriga sempre della Lega Nord, il deputato del partito guidato da Nichi Vendola, a Buonanno avrebbe detto: “Vieni fuori, ti aspetto fuori”. Di Maio è intervenuto e ha invitato a usare “un tono consono in quest’aula e senza offendere le altre forze politiche”.

I deputati della Lega avevano esposto, durante l’esame del provvedimento su cui praticano ostruzionismo, cartelli con scritte come ‘‘il governo premia i ladri” ed ”il governo premia gli spacciatori”. Mentre i commessi per ordine del vicepresidente Luigi Di Maio rimuovevano i cartelli, Gianluca Buonanno con un guizzo ha raggiunto il banco del governo, infilando il suo cartello nella tasca del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, cui ha stretto la mano.

Di Maio ha ordinato a Buonanno di lasciare i banchi del governo, senza effetto. Al secondo richiamo, lo ha espulso dall’Aula. La sanzione decisa dalla presidenza è stata accolta da un applauso unanime dai banchi del centrosinistra. Mentre Buonanno si avviava verso l’uscita, si è fermato a inveire verso i banchi di Sel. I commessi hanno impedito che ci fosse contatto fisico, ma sono volate parole grosse – Nel frattempo, Stefano Allasia opponeva resistenza ai commessi e non ritirava il suo manifesto con la scritta ”il governo libera i pedofili”. A quel punto, il vicepresidente Di Maio ha deciso l’espulsione anche per lui, ed ha sospeso la seduta. Del caso si occuperà l’ufficio di presidenza.

(Foto LaPresse a Ansa)

(Video Repubblica Tv)