Grecia: perché non c’è l’accordo? La proposta di Tsipras e le correzioni dei creditori (pdf)

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 29 Giugno 2015 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il possibile default della Grecia è dovuto al mancato accordo fra il Paese guidato dal governo di Alexis Tsipras e i suoi creditori: Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Accordo che sembrava sul punto di essere firmato solo lunedì scorso (22 giugno) e che era basato su questa proposta del governo Tsipras (scarica il Pdf).

Ma il Fondo Monetario – guidato dal luglio 2011 da Cristine Lagarde, ex ministra del governo Sarkozy – ha bocciato l’ultima bozza di compromesso proposta dai greci. È stato il Wall Street Journal a pubblicare la bozza con le correzioni dei creditori (scarica il documento in formato pdf).

Il governo Tsipras aveva proposto, fra le altre cose, un aumento dell’Iva, scaglionandola in tre fasce: 6, 13 e 23%. Le correzioni dei creditori escludono gli alimenti essenziali (basic food) dai beni di consumo con Iva ridotta al 13% e i materiali medici dai beni con Iva super-ridotta al 6%. Cancellata dai creditori la proposta di una tassa extra sui profitti superiori ai 500 mila euro.

Pieno di correzioni il paragrafo sulle pensioni: il governo Tsipras proponeva tagli nel 2015 pari allo 0,25-0,5% del Prodotto interno lordo greco, i creditori vogliono da subito tagli pari all’1% del Pil (si tratta di circa 1,7 miliardi di euro sui 28 della spesa pensionistica annua della Grecia).

Domenica 28 giugno la Commissione Europea sul suo sito ufficiale ha pubblicato una terza bozza di accordo che “tiene conto delle proposte fatte dalle autorità greche e consegnate all’Europa nei giorni 8, 14, 22 e 25 giugno 2015”.