Ibernare il cervello per 11mila euro: in Russia è possibile FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Gennaio 2017 - 07:30 OLTRE 6 MESI FA
bernare il cervello per 11mila euro: in Russia è possibile

bernare il cervello per 11mila euro: in Russia è possibile

MOSCA – Sareste disposti a spendere più di 11mila euro per ibernare il cervello, così che in futuro possa essere impiantato in un nuovo corpo? Il MailOnline è andato all’interno di un laboratorio russo in cui si pratica la tecnica e, tra le altre cose, ha scoperto che le persone vengono ibernate nella stessa vasca utilizzata per gli animali domestici così amati dai loro padroni da desiderarne la crioconservazione.

Una mania che si sta diffondendo tra gli inglesi che pagano una società russa fino a 33mila euro per la crioconservazione, nella speranza in futuro di essere riportati in vita.

La KrioRus sostiene che offre prezzi d’occasione rispetto ai laboratori americani e, volendo, per circa 11mila euro si può crioconservare soltanto il cervello. Per chi non ha disponibilità immediata è possibile rateizzare le somme nell’arco di due-tre anni. Il prezioso organo, in futuro, sarebbe così impiantato in un “nuovo” corpo. Un professore di medicina e uno scienziato hanno entrambi firmato dei contratti di ibernazione con la KrioRus che ha sede a Mosca.

Quando moriranno, i loro resti ibernati saranno imballati in ghiaccio secco e trasportati in aereo o via terra in Russa dove verranno conservati per decenni, secoli o forse di più, in enormi congelatori Dewar situati all’interno di un modesto magazzino, ovviamente non riscaldato, che si trova a Semkhoz, un tranquillo e innevato villaggio che sorge vicino la piccola città di Sergiev Posad. Il sobborgo è circondato dalle tradizionali casi di legno russe e si trova a circa 75 km a nord-est del Cremlino.

In futuro, se e quando i progressi della nano-tecnologia lo consentiranno, sperano che venga fatto un tentativo per riportare in vita i loro corpi o i cervelli crioconservati.  Per alcuni questo è un incubo da fantascienza e un macabro affronto alla natura mentre per altri è una prospettiva realistica e un invitante passo verso la vita eterna.

La KrioRus attualmente ha 52 corpi e cervelli disposti in apposite vasche giganti ed è alla ricerca di nuovi clienti.  Al MailOnline è stato concesso l’accesso esclusivo alla struttura dove si vedono le vasche giganti ricaricate ogni due mesi di azoto liquido.

Dalle vasche giganti piene di resti umani fuoriusciva una nebbia spettrale. Le leggi sulla privacy impediscono alla KrioRus di fare i nomi dei clienti senza previo consenso, ma la direttrice generale Valeria Udalova, 56 anni, ha detto che due clienti inglesi sono uomini sui 60 anni e hanno firmato i documenti necessari per essere conservati criogenicamente.
Tra i clienti, “nessuno è gravemente malato o prevede una morte imminente”, ha affermato e aggiunto “che la prospettiva di tornare in vita in futuro è reale”.
“Tutti i nostri pazienti hanno la possibilità di essere riportati in vita, dipende solo dalla velocità di sviluppo delle nanotecnologie. Non c’è alcun limite di tempo, potrebbe accadere anche tra soli 40 anni”, ha detto.
Quando i corpi saranno scongelati, torneranno nello stato in cui erano, avranno la stessa età e le vite future, a quel punto, dipenderanno dai successi ottenuti nel frattempo in campo medico”.
La presidentessa della KrioRus, Danila Medvedev, 36 anni, prevede che “dopo il 2030 ci saranno delle tecnologie che riporteranno in vita le persone o, almeno, il loro cervello” e sostenuto che “entro il 2050 questa procedura sarà a disposizione delle masse”.
Come detto, la crioconservazione è anche per gli animali domestici: fino a oggi, la KrioRus, nelle vasche giganti conserva 20 corpi insieme a quelli umani. Sette gatti, otto cani, tre uccelli e un cincillà Knopochka o “bottoncino”. Congelare un gatto di piccole dimensioni, costa circa 9.400 euro mentre un cane di taglia grande, circa 23.000 euro.
Nel 2014, il cincillà Knopochka, in un incidente ha battuto la testa ed è morto: un evento sconvolgente per i 4 figli dei suoi padroni, che hanno puntato alla crioconservazione pensando di riportarlo in vita, seppure in futuro.