Ignazio Marino in procura per gli scontrini nega le accuse

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2015 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino in procura per lo scandalo scontrini

Ignazio Marino in procura per lo scandalo scontrini

ROMA – Ha negato le accuse e depositato documenti. “Tutte le sottoscrizioni a mio nome in calce a tali giustificativi non sono autentiche, come può facilmente rilevarsi a occhio nudo”: si è difeso il sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino. Il politico-chirurgo stato quattro ore in procura per un colloquio con il pm Roberto Felici, titolare del fascicolo aperto sulle spese sostenute dal primo cittadino. Ovvero scontrini e ricevute di ristoranti, spese che secondo l’accusa il sindaco avrebbe sostenuto con denaro pubblico, da qui l’accusa di peculato. E’ stato lo stesso Marino ad aver sollecitato il colloquio, per spiegare anche come mai alla carta di credito del Comune fosse stato aumentato il tetto di spesa da 10 mila a 50mila euro mensili.

Questo perchè Marino avrebbe pagato delle cene e dei pranzi per lui, la moglie, parenti e amici, utilizzando la carta di credito del Comune di Roma. “Restituirò a Roma 20mila euro che ho speso usando la carta del Comune”, ha detto Marino nei giorni scorsi. L’assessore Pd, Stefano Esposito, aveva parlato apertamente di “nessuna possibilità di andare avanti”, poco prima appunto che Marino si dimettesse, dimissioni ancora non definitive perché formalmente ha in tutto 20 giorni per ripensarci.

Lo stesso Esposito, insieme con il vicesindaco Marco Causi, l’assessore alla scuola Marco Rossi Doria e l’assessore al Turismo Luigina Di Liegro, ha rassegnato le dimissioni. Sono tutti e tre elementi entrati in Giunta con il rimpasto di luglio, un rimpasto che ha dato un’impronta più Pd-Renzi al percorso di Marino. Percorso ormai archiviato proprio perché quel Pd-Renzi non ne vuole sapere più niente del sindaco chirurgo. Ma quali sono le spese contestate a Marino? Ecco un elenco degli scontrini finiti nell’inchiesta, praticamente quasi tutti conti di ristoranti, alcuni con cifre alte, altri con cifre davvero basse. FOTO ANSA.