Un iPhone nella macchina del tempo: in Olanda nel 1670, in Germania nel 1860, nel 1937 in…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2017 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA
iphone-quadro-800

Un iPhone nella macchina del tempo: in Olanda nel 1670, in Germania nel 1860, nel 1937 in…

ROMA – Un iPhone nella macchina del tempo: in Olanda nel 1670, in Germania nel 1860, nel 1937 in… Una ragazza cammina assorta, lo sguardo fisso su un piccolo rettangolo che tiene tra le mani e che occupa tutta la sua attenzione, quasi come una sonnambula procede ignara di quel che intorno accade, non si accorge del ragazzo che ansioso l’aspetta più avanti, a pochi passi da lei. Proprio come tutte le sue coetanee sarà troppo presa dall’ultimo messaggino, forse sta aggiornando il profilo Facebook…

Per un attimo trascinato nel vortice di una macchina del tempo iconografica, è ciò che deve aver pensato Peter Russell, un blogger tedesco in visita alla Neue Pinakothek di Monaco di Baviera. La ragazza e il suo giovane spasimante corrono attraverso i secoli guidati da quel piccolo rettangolo, che non può essere un iPhone, visto che siamo nel 1860 e il pittore austriaco Ferdinand Georg Waldmüller nel bel quadro “L’attesa” (foto 1) ha immortalato sì una giovane assorta, ma invece del gadget più influente della storia, sta consultando un libriccino, un libro d’ore presumibilmente, inni e preghiere per elevare lo spirito e scoraggiare gli scocciatori.

Lo stesso vortice deve aver rapito uno che di iPhone se ne intende: il successore di Steve Jobs alla guida di Apple, Tim Cook, ha scovato un antenato iconografico  del famoso smartphone in un quadro olandese del ‘600. Più a suo agio con l’hi-tech che con la pittura fiamminga, ha citato sbagliando un quadro di Rembrandt. Poco male: nel quadro “Uomo che porge una lettera ad una donna nell’ingresso di casa” di Pieter de Hooch del 1670 (foto 2), assorto stavolta è un giovane uomo sempre su  un piccolo rettangolo dalla forma ormai inconfondibile. Come suggeriva Eugenio Montale non c’è un unico tempo ma “molti nastri che paralleli slittano / spesso in senso contrario e raramente / s’intersecano”.

E cosa dire del nativo americano di un famoso murales di Springfield in Massachusetts (foto 3) che celebra la fondazione della città dei primi pellegrini giunti sulle coste del nord America? Orgogliosamente seminudo, il buon selvaggio si sta facendo un selfie con un piccolo specchio rettangolare. Qualche ingenuo, a tempo perso complottista, si consolerà confermando quello che già era sicuro di sapere: i viaggi nel tempo esistono, qualcuno, il governo o le multinazionali fa lo stesso, ci hanno rubato entrambi, i viaggi e il tempo.