Isis, nuove minacce Italia: “No guerra o vostro sangue colorerà Mediterraneo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Febbraio 2015 - 21:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “L’Italia non entri in guerra contro lo Stato islamico” o il Mediterraneo “si colorerà del sangue dei suoi cittadini” e dovrà aspettarsi “potenziali lupi solitari italiani”. E’ la nuova minaccia dell’Isis nei confronti del nostro Paese, dopo giorni di dibattito politico interno sull’opportunità o meno di intervenire in Libia.

A darne notizia anche stavolta è il Site, che cita le parole di un jihadista e posta una foto siglata Khelafa media, lo stesso che due settimane fa pubblicò un documento sui lupi solitari rilanciato anche nelle ultime ore. Nell’immagine appare una lapide con un’altra foto, ripresa dal video della decapitazione degli egiziani copti su una spiaggia libica, con il boia che brandisce un coltello.

Secondo gli 007 e l’antiterrorismo italiano, questo susseguirsi di minacce rappresenta una vera e propria “campagna di guerra psicologica“, ma l’evocazione dei “lupi solitari” è un pericolo imprevedibile, da non sottovalutare, per cui resta la massima attenzione.

Mentre va in scena l’ultima follia della propaganda Isis. In un video si vedono, diffuso dai jihadisti, si vedono 21 prigionieri in gabbia, che sfilano sui pick up per strada tra la gente: 16 sono Peshmerga curdi. Li hanno fatti sfilare nelle vie affollate della provincia di Kirkuk ciascuno in una gabbia.

Difficile distinguere tra vere notizie e messaggi di propaganda, sottolineano ancora fonti di intelligence. Quello che è certo è che si è intensificata la campagna mediatica contro l’Italia in un momento in cui il governo italiano si propone di assumere un ruolo di primo piano in Libia.

Si tratta del secondo appello a “lupi solitari italiani”, foreign fighters tornati dai campi di addestramento del “Califfato” per compiere attentati in stile Parigi o Copenaghen, dove a sparare sono stati cittadini francesi e danesi che hanno abbracciato la jihad. La nuova minaccia si rivolge direttamente all’Italia e non come di consueto alla città di Roma, che nella retorica jihadista rappresenta la Cristianità e di conseguenza l’Occidente. E’ stato il caso dell’immagine della bandiera nera sul Vaticano o di quando i tagliagole neri avvertivano di essere ormai “a sud di Roma”, cioè a sud dell’Europa.

Il governo libico di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, ha intanto assicurato di avere “sotto controllo” il sito di Ruwagha con le residue armi chimiche (le meno pericolose) dell’arsenale di Muammar Gheddafi, che secondo il quotidiano Asharq Al-Awsat sarebbero finite nelle mani delle milizie, con il rischio che l’Isis possa prenderne il possesso. Non è chiaro tuttavia se in Libia ci siano ancora agenti chimici proibiti mai dichiarati all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. O se si tratti di un altro messaggio per mettere sotto pressione la comunità internazionale.

Intanto la coalizione anti-Isis a guida Usa, che da settembre compie raid contro le postazioni del Califfato in Siria e Iraq, si è arricchita della portaerei francese Charles De Gaulle. Il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, si è recato lunedì mattina a bordo di quello che è considerato il fiore all’occhiello della Marina militare francese, di stanza nelle acque del Golfo Persico settentrionale per dare personalmente il via alle nuove operazioni aeree contro l’Isis, che si aggiungono ai raid lanciati dalle basi di Abu Dhabi e Giordania.

“Sei mesi di impegno ci hanno permesso di fermare la conquista territoriale di Daesh e stabilizzare le linee del fronte – ha detto il ministro secondo quanto riportato daLe Figaro – Ma la minaccia continua e le ragioni della nostra azione permangono”.