Istanbul come Bruxelles, terroristi in taxi insieme in aeroporto FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2016 - 00:35 OLTRE 6 MESI FA
Istanbul come Bruxelles, terroristi in taxi insieme in aeroporto FOTO

Istanbul come Bruxelles, terroristi in taxi insieme in aeroporto FOTO

ISTANBUL – I tre terroristi di Istanbul come i tre terroristi di Bruxelles: sono arrivati insieme all’aeroporto, facendosi portare in taxi come turisti qualunque. E solo una volta arrivati allo scalo si sono divisi per andare a colpire. E’ quanto emerge da uno dei frame dei video delle telecamere di sorveglianza dello scalo internazionale Ataturk pubblicate dai media turchi.

Nell’immagine si vedono i tre, tutti con giubbotti invernali per nascondere le armi, mentre entrano nell’aeroporto di Istanbul, il più grande della Turchia ed il terzo d’Europa. La foto ricorda quella dei tre terroristi che il 22 marzo scorso colpirono l’aeroporto Zaventem di Bruxelles. Due si fecero esplodere, mentre il terzo, Mohammed Abrini, “l’uomo col cappello”, è stato arrestato ad Anderlecht lo scorso aprile.

Intanto continuano a ritmo serrato le indagini e i blitz della polizia turca in 16 indirizzi di sospetti militanti dell’Isis nella metropoli sul Bosforo. Tredici le persone arrestate. Tra queste ci sono 9 turchi e 4 stranieri. A vario titolo, sarebbero tutti coinvolti nelle attività di preparazione della strage, il cui bilancio di vittime continua a salire. Dopo la morte di altri 2 feriti è arrivato a 44. Tra queste, 19 sono straniere. Mentre un centinaio sono le persone ancora ricoverate sui 238 feriti accertati. Per la Turchia tutti gli indizi continuano a portare verso la pista dell’Isis. Ma dal Califfato continua a non giungere alcuna rivendicazione.

L’altra svolta nelle indagini riguarda l’identità dei tre kamikaze, tutti stranieri. I loro passaporti sono stati trovati in un appartamento di Istanbul, che avevano affittato 32 giorni prima dell’attacco: si tratta di un cittadino dell’Uzbekistan, uno del Kirghizistan e uno della repubblica russa del Daghestan. È con un falso passaporto intestato a quest’ultimo che è stato affittato il covo nella zona storica di Fatih, dove i terroristi hanno vissuto un mese in quasi totale anonimato e, secondo la polizia, hanno pianificato la strage. Lì, si sospetta, hanno anche messo a punto l’esplosivo poi utilizzato per farsi saltare in aria.

Secondo la Russia, sono più di 5 mila i soggetti radicalizzati provenienti dalle repubbliche ex sovietiche del Caucaso che in questi anni si sono uniti all’Isis in Siria e Iraq. E per fermarli, aveva accusato Mosca, la Turchia non ha fornito finora un’adeguata collaborazione.

Nuovi dettagli emergono anche sulla dinamica dell’attacco. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo essersi fatti portare in aeroporto in taxi al terminal internazionale, i tre terroristi si sarebbero separati, andando ciascuno nel punto previsto per il proprio attacco: uno agli arrivi del Gate A, uno alle partenze e il terzo in un parcheggio vicino. Secondo il presunto piano, sfumato dopo lo scontro a fuoco con la polizia, i terroristi avrebbero dovuto tentare di prendere in ostaggio il maggior numero possibile di persone e farsi saltare in aria con loro.