Juventus-Cagliari: festa scudetto, striscioni e coreografie dello Stadium (foto)

Pubblicato il 11 Maggio 2013 - 21:32 OLTRE 6 MESI FA

TORINO, JUVENTUS STADIUM – Dopo l’1-1 contro il Cagliari a Torino, può partire la festa scudetto della Juventus.

La squadra di Antonio Conte aveva vinto matematicamente il tricolore due turni fa ma ha dovuto attendere fino a questa sera per essere  premiata con la coppa perchè l’ultima partita di campionato la giocherà in trasferta.

I festeggiamenti della Juventus sono stati più belli perchè vissuti in uno ‘Stadium’ tutto esaurito da tifosi bianconeri che venivano da ogni parte d’Italia, molti dal sud, ed anche dalla vicina Svizzera.

E’ Arturo Vidal il simbolo dell’orgoglio bianconero tifoso. Quando compare in campo con la bandiera del Cile avvolta sulle spalle per percorrere la passerella che lo porta sul palco della premiazione, lo Stadium crolla di applausi ed emozione: è  il momento più  vero di una cerimonia un pò  pomposa che vede il pubblico assistere composto e comunque partecipativo.

Ma la festa del cuore era stata spesa una settimana fa, con il bagno di folla ai lati del pullman scoperto, per celebrare in città  e con la città dal vivo e a caldo l’impresa, centrata poche ore prima.

Ad uno ad uno i giocatori salgono tutti sul palco, rigorosamente tricolore, dove ad attenderli per la consegna delle medaglie c’e’ il presidente di Lega, Maurizio Beretta, tutti compreso l’intero staff di Conte.

Lo speaker snocciola i nomi di battesimo dei protagonisti e la folla risponde con il cognome, ripetendo una prassi collaudata da parecchie domeniche in due anni.

Pero’ ci sono boati particolari in attesa di personaggi speciali, come Buffon, Pirlo e, soprattutto, Antonio Conte, che quando esce di corsa dal tunnel, si gira ripetutamente nelle quattro direzioni cardinali a rispondere al saluto, visibilmente emozionato.

L’ultima ola e’ per la Coppa, quando viene consegnata al capitano Gigi Buffon in un crepitio breve ma pittoresco di fuochi di artificio. Poi, musica di fondo e speaker lasciando il posto all’inno bianconero, che i quarantamila cantano tutti insieme.

Tanti i bambini, figli di calciatori, allenatori e dirigenti, compreso quello di Andrea Agnelli, il presidente giovane che partecipa alla festa un po’ in disparte, quasi solo come tifoso, con un sorriso eloquente. Anche Pogba, l’ultimo arrivato e il piu’ giovane, riceve una ovazione superiore perche’ ha ‘bucato’ l’immaginario collettivo con le sue prestazioni entusiasmanti.

 ”Juve, storia di un grande amore”, si continua a cantare mentre la squadra improvvisa un saluto ravvicinato ai supporter. Questa volta, come lo scorso anno, ha vinto anche lo Stadium, composto, ribollente di entusiasmo e di correttezza.

Nessun coro sgradevole, solo qualche fischio a Beretta, piu’ che altro come rappresentante di una istituzione non sempre benvoluta dai tifosi.

Esaurita l’ufficialita’, il terreno di gioco si e’ trasformato in una specie di happening (con relativo giardino d’infanzia) per i giocatori, che si muovevano in liberta’, finalmente rilassati dal punto di vista della carica agonistica.

Scene che ricordano altri climi celebrativi sportivi piu’ festosi e civili del nostro e che per un giorno portano Torino e lo Stadium in una dimensione anglosassone. Ed e’ davvero un bel vedere.

Unica nota stonata in una serata trionfante.   Il pareggio con i sardi impedisce infatti alla squadra di Antonio Conte di battere il record di punti (91) stabilito dalla Juventus di Capello nella stagione 2005-’06 (titolo poi revocato per Calciopoli).

Domenica prossima i bianconeri, vincendo a Genova con la Sampdoria, potrebbero al massimo toccare i 90 punti. Sfuma anche il record di vittorie consecutive. La Juve di Conte si ferma a nove, contro le 10 della stagione 1931-’32.

La cronaca della partita. 

E’ stato congedo senza vittoria davanti al pubblico di casa, ma per la Juventus è  festa lo stesso.

Il Cagliari, con non poca fortuna, le ha imposto il pari, che fa sfumare così  la possibilità  per Antonio Conte di superare il record di punti (91) stabilito dalla Juve di Fabio Capello nella stagione 2005-06.

Un pari che non toglie nulla comunque alla cavalcata bianconera, in una partita che ha confermato, con una buona prestazione, la solidita’ di impianto (nonostante oggi in campo ci fossero sette riserve) e l’imprinting della mentalita’ di Conte da due anni a questa parte, cioe’ cercare sempre la vittoria, in qualsiasi circostanza.

Infatti questo ha fatto la Juve: trafitta al 12′ da un gol di Ibarbo, complice l’incertezza di Storari, ma merito assai grande del colombiano, la Juventus ha preso a macinare gioco come suo solito, con Marrone in regia, Isla e Giaccherini agli esterni e Matri-Giovinco punte.

E dopo la mezzora, il Cagliari ha cominciato a tremare, prima per una traversa colpita su punizione da Giovinco, poco dopo per una conclusione ravvicinata di Matri, sventata da Agazzi.

A inizio ripresa la Juve accelera: Giaccherini costringe l’ottimo Agazzi al miracolo dopo dieci minuti; e due minuti dopo e’ pari con Vucinic.

Ne passano altri cinque e Vidal non arriva di testa di un soffio su buon centro di Giaccherini.  Ma la Juve domina e vuole vincere, per fare felici i tifosi e per vocazione innata: ci provano ancora Vidal, Vucinic, Isla con un bolide da fuori e ancora Giaccherini a cui si oppone sempre Agazzi.

E’ di Vucinic allo scadere l’ultimo tiro pericoloso, alto di poco sulla traversa, prima della ”resa” bianconera.   Pero’ la gente e’contenta lo stesso e non gliene frega niente del record di Capello che non e’ stato battuto: va detto, comunque, che in quel 2006 l’ultima partita, a Bari, era decisiva e i bianconeri ebbero lo stimolo di lottare fino in fondo, braccati com’erano dal Milan, mentre oggi la carica mentale si e’ esaurita prima, perche’ il titolo e’ vinto con tre giornate di anticipo.

Il match comunque ha fornito indicazioni interessanti per il futuro: Isla si e’ mosso molto bene e ha mostrato ottime potenzialita’ nel cross e nel rilancio dell’azione dalla tre quarti, come aveva egregiamente fatto a Udine dimostrandosi uno dei piu’ forti nel ruolo di esterno.

Benino anche Marrone come vice-Pirlo, ottimo Caceres come quarto difensore centrale in rosa. Non proprio entusiasmanti sia Giovinco, sia Matri, che hanno riproposto il problema della necessita’ di una grande punta di peso.

Nel Cagliari Ibarbo sta dimostrando di essere qualcosa in piu’ di un giocatore interessante: devastante negli spazi, sa anche cercare e trovare giocate estrose quando serve, difendere palla e smistarla con precisione e temi giusti.

Benissmo anche Nainggolan, un altro che sta stretto, come categoria, in una squadra di provincia pure egregia come il Cagliari, che nella travagliata stagione di Is Arenas ha saputo dare il meglio di se stesso.

Il servizio fotografico a cura di LaPresse.