Linus: “Non sto morendo, ma pago la mia vita da maratoneta”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2016 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA
Linus: "Non sto morendo, ma pago la mia vita da maratoneta"

Linus: “Non sto morendo, ma pago la mia vita da maratoneta”

ROMA – “Linus, ma stai morendo?”. Alla domanda a bruciapelo Linus reagisce quasi con entusiasmo: “Sto benissimo, solo che pago l’intensa attività da maratoneta, che mi ha causato problemi a un tallone, un edema. La cura è lunga, noiosa e fastidiosa”. Linus, abituato alla iperattività, da vent’anni alla guida di Radio Dj, ogni giorno feriale la mattinata in diretta radio tv, si butta giù. Non è la prima volta che il cattivo umore prende il sopravvento sul perenne ottimismo di questo straordinario personaggio, dotato di qualità fuori dal comune, non solo professionali, ma anche umane: la tolleranza, la perseveranza, la pazienza, la lealtà soprattutto.

Il post sul suo blog, la notizia che lo rilancia, preoccupano gli amici. Linus tranquillizza tutti, fan e amici: “Non ho nulla, sto benissimo”. Ma quella foto che sembra di un ottantenne proprio non va bene… “La cambierò”, dice ancora il dj.

Linus fino a qualche giorno fa sembrava intenzionato a chiudere il suo blog sul sito di Radio Deejay, seguito ogni giorno da moltissimi fan. Poi però il conduttore radiofonico è tornato a farsi vivo con un lungo post in cui ha raccontato per la prima volta il difficile periodo che sta vivendo:

Ciao. Come state? Vi manco? Voi a me tantissimo. Specialmente in momenti come questo, in cui la frenesia di tutti i giorni lascia un po’ di tempo alle riflessioni. Sto facendo una cosa strana, una cosa che, come direbbe Nicola, SEMBRA CATIVA ma in realtà molto buona. Per radio o su Instagram ho detto che ho l’influenza, la verità è che sono solo un po’ debilitato per una cura che sto seguendo. Ormai la guarigione del tallone è diventata il mio Sacro Graal, una ricerca che sta tra il mistico, lo scientifico e la stregoneria.

L’ultimo tentativo è una serie di infiltrazioni che dovrebbero aiutare l’osso a riassorbire l’edema che da tempo immemore mi causa tanto dolore. In pratica mi mettono una flebo di una cosa che non mi interessa cosa sia e me ne sto quattro ore abbondanti ad aspettare che scenda. SEMBRA CATIVA ma in realtà (spero) molto buona. Spero, perché non so ovviamente se questa ennesima strada porterà finalmente da qualche parte. In più, il dopo non è esattamente una passeggiata. A malapena mi rimangono le forze per fare la radio al mattino.