Lucchetti dell’amore? “Cacciati” da Ponte Milvio, migrano a Ponte Cestio e Ponte Fabricio

Pubblicato il 11 Settembre 2012 - 14:08 OLTRE 6 MESI FA


ROMA – Inutile rimuovere i “lucchetti dell’amore” da Ponte Milvio, il virus si è già propagato lungo il Tevere, sugli altri ponti “romantici” della città. A iniziare da Ponte Cestio e Ponte Fabricio, i due ponti che collegano l’Isola Tiberina al Lungotevere de’ Cenci e al Lungotevere degli Anguillara (foto Blitz quotidiano).

Non si riesce a mettere un lucchetto ai lucchetti, non si arresta l’onda emulativa iniziata nel 2006, dopo che fu pubblicato il libro di Federico Moccia Ho voglia di te, (Hvdt per gli amici) sequel di Tre metri sopra il cielo (3msc, libro e film campione di incassi nel 2004). Quando nel 2007 Ho voglia di te fu portato nelle sale cinematografiche, Ponte Milvio divenne l’epicentro di una moda che arrivò fino in Francia e in Spagna.

La storia, ambientata fra le scuole femminili della Roma bene e la periferia di risse e corse clandestine, narra del triangolo amoroso (ovviamente) tormentato fra le diciottenni di buona famiglia Babi (interpretata dall’inglese Katy Louise Sanders), Gin (trampolino di lancio per Laura Chiatti) e il teppista diciannovenne Step (un ruolo che fece conoscere Riccardo Scamarcio al grande pubblico). I due protagonisti sigillano il loro amore chiudendo un lucchetto sul terzo lampione di Ponte Milvio e buttando la chiave nel Tevere.

Il resto della storia lo ricostruisce molto bene Vignaclarablog:

Il punto è che metti un lucchetto oggi, mettine uno domani, il primo lampione preso di mira in breve è crollato sotto il peso di tanto metallo. Si potrebbe dire che il rito d’amore ha fatto la sua vittima. 

Così, nell’aprile del 2007, il Comune di Roma ha deciso di prendere provvedimenti. Sindaco di allora era Walter Veltroni. La soluzione fu quella di installare dei pilastri con agganciate delle apposite catene alle quali poter appendere i “lucchetti dell’amore”. Insomma, dei veri e propri stendini con i lucchetti al posto delle canotte e degli slip. 

Passano gli anni ed i “lucchetti dell’amore”, i “locks of love” aumentano a dismisura non solo sugli stendini ma se ne contano a centinaia appesi ovunque: appena c’è qualcosa su cui poter agganciare un lucchetto ecco qui che gli innamorati di turno non perdono tempo. E click. Perché così l’acerbo amore diventa eterno. 

La situazione diviene insostenibile. Decoro, pulizia, sicurezza, tutela del ponte più antico di Roma richiedono un intervento drastico. Ed è così che il 12 dicembre 2011 il Consiglio del XX Municipio decide di rimuovere gli ammassi di ferraglia. 

Ma a difesa dei lucchetti si schiera inaspettatamente Alemanno che, in un caotico pomeriggio di metà dicembre 2011, venuto appositamente a Ponte Milvio in compagnia dello scrittore Moccia e spendendo ben due ore del suo preziosissimo tempo, annuncia la nascita della “terrazza dell’amore”, quell’enclave della sponda del Tevere ai piedi di Ponte Milvio dove avrebbe fatto sorgere uno spiazzo recintato ed illuminato, una “piazzetta dell’amore”.

Ecco, lì sarebbero stati subito trasferiti i lucchetti, lì gli innamorati avrebbero ancora potuto appendere il loro suggello d’amore senza arrecar danni. Era il 14 dicembre 2011, dopo nove mesi della terrazza dell’amore non v’è alcuna traccia. Fra il dire e il fare nove mesi non son bastati. 

E’ il 10 settembre 2012, con un colpo di tronchesi in un amen viene scritta la parola fine alla vicenda. 

Se 1700 anni fa Costantino avesse potuto immaginare tutto ciò avrebbe probabilmente rinunciato alla sua visione o, forse, avrebbe cambiato ponte prima della battaglia.