Luxottica. Dinasty Leonardo Del Vecchio: investor relation femme fatali FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2014 - 10:20 OLTRE 6 MESI FA
Luxottica. Dinasty Leonardo Del Vecchio: investor relation femme fatali

Luxottica

MILANO – C’è un posto chiave in Luxottica per fare o far fare carriera, quello di investor relation, cioè addetto ai rapporti con gli investitori istituzionali e no. Solo però se quel posto è occupato da una donna, perché qui siamo nella parte straight della provincia italiana del Nord est, anche se al centro di una multinazionale da miliardi di euro.

Giovanni Pons su Repubblica racconta gli effetti dirompenti che due signore addette alle relazioni con gli investitori hanno portato ieri alla vita sentimentale del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio e stanno portando alla vita aziendale oggi. Una storia che ha un po’ ridimensionato a misura d’uomo la figura di Leonardo Del Vecchio, uno dei più capaci imprenditori italiani del dopoguerra, uno dei pochi veramente multinazionali.

Intanto però Giovanni Pons rileva anche il lato negativo della storia:

“La dynasty di Agordo ha già prodotto i suoi effetti negativi. La perdita subita dal titolo Luxottica in Borsa lunedì ha raggiunto 1,82 miliardi, quasi quanto il valore della quota che la moglie di Leonardo Del Vecchio, Nicoletta Zampillo, chiederebbe per sé: il 25% delle azioni Delfin.

La conoscenza tra Leonardo Del Vecchio e Nicoletta Zampillo risale a molti anni addietro in quanto il padre Zampillo è stato uno dei primi, se non il primo rappresentante di occhiali Luxottica per Milano e la Lombardia. Nicoletta era l’ultima di tre figlie e deve aver conosciuto Del Vecchio quando veniva a Milano a trovare il padre. Ma non è stato un colpo di fulmine.

Nicoletta ha infatti sposato in prime nozze Paolo Basilico, enfant prodige della finanza milanese, prima in Mediobanca e alla filiale italiana della Giubergia Warburg e poi fondatore dei primi hedge fund in salsa italiana, sotto il marchio Kairos.

Da questa unione nasce un figlio, Rocco, che in queste ore alcune voci accreditano per un ingresso nel cda di Luxottica. Voci in libertà visto che Del Vecchio ha già dichiarato pubblicamente più volte che non vuole figli in azienda, neanche Leonardo Maria nato dal matrimonio con Nicoletta a metà degli anni ’90 e che invece la signora sta cercando di spingere in tutte le maniere.
Il periodo buio per la signora Zampillo, soprannominata da alcuni “Phd” per essere riuscita a farsi sposare, liquidare e risposare una seconda volta dallo stesso uomo – arriva negli anni Duemila quando il patron si invaghisce della investor relator che lavora in Luxottica, Sabrina Grossi.

La relazione è così forte che Del Vecchio tronca il matrimonio con la Zampillo, la liquida e si butta a capofitto nella nuova relazione che porterà alla nascita di altri due figli, Luca e Clemente, che si aggiungono ai tre avuti dal primo matrimonio, Claudio, Paola e Marisa, e a Leonardo Maria, figlio di Nicoletta.

Con sei figli avuti da tre relazioni diverse la questione della successione diventa complessa e Del Vecchio, ormai assunto alle cronache per aver creato una multinazionale partendo da una bottega, quando entra in crisi la relazione con la Grossi pensa a come sistemare il tutto.

Divide esattamente per sei le azioni della Delfin, 16,38% per ciascun figlio, chiude un contenzioso da 300 milioni con il Fisco, e con l’azienda affidata nelle mani sapienti di Guerra decide di marcare ancor più il suo distacco e trasferire la residenza a Montecarlo dove si trova ormeggiato anche il suo mega yacht.
Ma evidentemente da ex martinitt che si è fatto veramente da solo, Del Vecchio non è uomo che riesce a godersi gli agi della ricchezza senza qualche rimorso nella coscienza.

Il riavvicinamento con la Zampillo, donna che non demorde mai, e il richiamo dell’azienda fondata oltre 50 anni prima, fanno il resto.

Ma risposandosi Del Vecchio ha messo a repentaglio la suddivisione in parti uguali effettuata anni prima: alla moglie spetta infatti la cosiddetta legittima. Le avances di Matteo Renzi a Guerra costituiscono il pertugio in cui la Zampillo si infila per indurre il marito a riprendere in mano le redini del gruppo.

Ma il rischio di una rapida deriva da azienda di standing internazionale a tipica azienda famigliare italiana è già visibile.
Il consulente Francesco Milleri, vicino di pianerottolo della Zampillo ai tempi del matrimonio con Basilico e fidanzato dell’attuale investor relator del gruppo, assume improvvisamente un ruolo strategico e provoca le dimissioni del neo ad Enrico Cavatorta.
La frittata è fatta con il titolo che crolla a Milano e New York e arrivati a questo punto è difficile che la battaglia per la successione possa fermarsi qui a meno che il fondatore non abbia già pronta la soluzione in grado di mettere tutti d’accordo”.

Sul Giornale. Massimo Restelli aggiunge nuovi dettagli, anche se né lui né gli altri giornalisti forniscono un dato essenziale: l’età delle donne coinvolte. Cavalieri ma incompleti. Scrive Massimo Restelli:

“Tre mogli (di cui l’attuale Nicoletta Zampillo portata all’altare due volte), sei figli, l’amico di famiglia e una multinazionale, la Luxottica, che in Borsa vale venti miliardi: è la «dinasty» di Agordo. Esplosa quando il padre padrone, Leonardo Del Vecchio, accetta inspiegabilmente di rompere la barriera divisoria tra azienda e famiglia che aveva eretto nel 2004 dando pieni poteri all’amministratore delegato Andrea Guerra.

Un mese fa, su pressione della moglie, cambia tutto: a settembre Del Vecchio divorzia dal top manager e si propone, a dispetto degli 80 anni che compirà a maggio, di riprendere in mano le redini dell’azienda che ha creato dal nulla negli anni Sessanta. Quando, orfano di guerra e cresciuto nel collegio dei Martinitt come Angelo Rizzoli, non esitava a caricare lui stesso il camioncino pur di consegnare il prima possibile le sue montature agli ottici di Milano.

Dopo mezzo secolo di sviluppo e acquisizioni indovinate – come Ray-Ban, Oakley, la catena americana Lens Crafters, fino all’accordo per i Google glass – oggi Luxottica fattura 7 miliardi vendendo nel mondo gli occhiali che produce in sei fabbriche tra Italia, Cina, Brasile e Stati Uniti. Una delle rare multinazionali dello Stivale, di cui Del Vecchio è diventato il secondo uomo più ricco, dopo l’inventore della Nutella, Michele Ferrero.

Ma, come in una soap opera di successo, nella trama di Luxottica il denaro si intreccia alla movimentata vita del suo fondatore. E soprattutto ai suoi amori. Del Vecchio, padre e nonno affettuoso, nonché riconosciuto estimatore del gentil sesso, conta infatti tre donne importanti nella propria vita. Dalla prima moglie Luciana Nervo ha tre figli, tutti cinquantenni: Claudio, che vola a New York a comprare le camicie Brooks Brothers dopo l’attacco alle Torri Gemelle, Marisa e Paola.

Poi Mr. Luxottica torna all’altare con Nicoletta Zampillo, madre del ventenne Leonardo Maria e regista dell’attuale ribaltone; quindi gli uffici di Luxottica lo vedono sedotto da Sabina Grossi, che non sposerà mai, ma da cui ha Luca e Clemente, entrambi ancora adolescenti. Infine, la riappacificazione con la stessa Zampillo, la femme fatale capace di fargli battere più forte il cuore al punto da riuscire a farsi risposare nel 2010 e anche spedire il figlio Rocco, avuto da una sua precedente relazione, negli uffici di Luxottica a Singapore.

Ma c’è un altro particolare, intimo, a dimostrare la sua influenza: al ritorno in famiglia ha ottenuto il cambio degli arredi del Moneikos, l’amato yacht ormeggiato a Montecarlo dove Del Vecchio passava gran parte del proprio tempo.
Lady Del Vecchio ha ora avanzato le proprie istanze ereditarie, chiedendo il 25% (la «legittima») della cassaforte Delfin, la holding che custodisce il 63% di Luxottica e che Leonardo aveva già suddiviso in parti uguali in nuda proprietà tra i sei figli mantenendone, però, l’usufrutto fino alla morte.

Gli eredi di Del Vecchio sono spaccati, con il figlio Claudio e la stessa Grossi, che in Delfin cura gli interessi dei figli minori, per nulla intenzionati ad assecondare le pressioni della bella Nicoletta. Anche perché, a parte le scontate rivalse interne, il passo indietro vale qualche miliardo a testa ed equivale a consegnare al giovane Leonardo Maria la maggioranza relativa di Delfin e, quindi, la «primogenitura» su Luxottica.

In sostanza, nominarlo erede designato, un po’ come è accaduto in Fiat a John Elkann. L’ex Martinitt sa bene però che, a parte Claudio, nessuno dei figli, cresciuti negli agi, sembra pronto a prendere le redini dell’azienda. Né ci sono segnali che questo possa avvenire nel medio termine.

Sul set di Luxottica muove infatti un altro protagonista che raccorda la vita del gruppo alle istanze familiari: è Francesco Milleri, ascoltato consulente cinquantenne, vicino alla signora Del Vecchio, che in questi mesi sta esercitando un’influenza crescente in azienda, al punto da partecipare ai suoi comitati di gestione.

Stando alle voci, Milleri, amico del co-amministratore delegato in pectore Massimo Vian, dovrebbe salire la scala del potere fino alla vicepresidenza, anche se il salto sembra rimandato al rinnovo del cda di aprile. Milleri, che con la sua MeA partners fattura qualche milione vendendo soluzioni informatiche (tra i clienti, Eni-Snam, Barilla e Finmeccanica) è inoltre compagno dell’attuale investor relator di Luxottica Alessandra Senici.

Per una coincidenza la stessa poltrona che occupava Sabina Grossi, ma soprattutto «miss Senici» è il volto e la voce di Luxottica per i grandi investitori. Un posto quindi delicatissimo, soprattutto per una multinazionale che macina in dollari il 60% dei ricavi; senza contare l’imbarazzo di una parte delle seconde linee del gruppo per la sua liaison con Milleri.

Tensioni che domenica sono sfociate, dopo un ultimo tentativo di mediazione di Del Vecchio, nelle dimissioni del neo amministratore delegato Enrico Cavatorta, con l’esito di decapitare per la seconda volta il gruppo in poco più di un mese dall’addio di Guerra, non certo l’ideale per l’immagine di una multinazionale. Al punto che ad Agordo più di un consigliere si augura che il «re degli occhiali» sappia ritrovare quella determinazione che fino a settembre gli aveva permesso di tenere distinti amori e affari”.