Maltempo Firenze, danni per 1,5 milione ai musei (FOTO)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Settembre 2014 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Ammonta ad una cifra non inferiore a un milione mezzo di euro la prima stima dei danni subiti dai musei e giardini del Polo museale di Firenze per “l’evento meteo estremo” che ha colpito ieri, 19 settembre, Firenze. Lo rende noto la stessa soprintendenza, impegnata nei controlli nei vari musei afferenti al Polo insieme alle ditte esterne.

“Quello che è successo è stato un evento eccezionale difficilmente prevedibile, che non è possibile calcolare su un singolo luogo. E’ stato un caso se non ci sono state vittime”. Lo ha detto il capo della protezione civile Franco Gabrielli al campo base di Stabbia, a Cerreto Guidi (Firenze), per monitorare la situazione maltempo in Toscana. Ai sindaci di Cerreto Guidi, Fucecchio e Vinci, Gabrielli ha chiesto un censimento dei danni entro tre giorni, per valutare la richiesta di stato d’emergenza

Martedì 23 settembre la giunta regionale della Toscana dichiarerà gli stati di emergenza e calamità per i danni provocati dal maltempo per i quali, al momento, non c’è una stima definitiva: “Visto il carattere inedito dell’evento, si tratta di un calcolo difficilissimo, che di ora in ora aumenta”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

“La Regione – ha poi aggiunto – come sempre farà la sua parte per aiutare le imprese e i privati che hanno subito danni”. Il presidente Toscano ha ricordato che la Regione spende “50 milioni di euro all’anno per la tutela dell’ambiente. In più – ha aggiunto – ne abbiamo spesi altri 50 da residui di impegni presi negli anni precedenti”. Rossi ha ricordato anche un accordo con i vivaisti per il rimboschimento. Riguardo i contributi per i danni, “servirebbe una riflessione profonda a livello nazionale – ha detto Rossi – sarebbe bene che lo Stato regolamentasse la materia. Questi eventi si ripetono ormai a ritmo continuo, sarebbe importante che la politica stabilisse un quadro preciso di riferimento, serve certezza sugli interventi, sul come, sul quando e sul quanto. Forse è il caso che ci si interroghi anche su come agevolare il ricorso a un sistema assicurativo”.

Vetrate in frantumi a causa della grandine, affreschi del Duecento ‘lavati’ dall’acqua penetrata all’interno del complesso così come lavori di Paolo Uccello, meno gravi da una prima valutazione le conseguenze per il cimitero monumentale. E’ quanto accaduto all’abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, capolavoro dell’architettura romanica fiorentina, in seguito alla bomba d’acqua e grandine e alla tromba d’aria che ieri ha colpito Firenze.

I vetri, datati tra fine Ottocento e inizi Novecento, sono andati in frantumi – anche nell’attiguo Palazzo Vescovile – e l’acqua è riuscita così a entrare e ha bagnato alcuni degli affreschi colpendone in particolare alcuni duecenteschi presenti nella basilica stessa e lavori di Paolo Uccello nel refettorio. Per valutare i danni arrecati a questi ultimi, è già stato convocato uno specialista della Sovrintendenza. Danni lievi nel cimitero monumentale delle Porte Sante, che fa parte sempre del complesso: le raffiche di vento e grandine hanno portato solo alla distruzione di alcuni vasi e arredi. E’ in corso, in ogni caso, spiegano dalla basilica, un bilancio complessivo dei danni. Intanto, comunica la polizia municipale, il Forte Belvedere resterà chiuso, a scopo precauzionale, fino a lunedì quando un team di tecnici compirà un sopralluogo per valutare se esistono le condizioni per la riapertura.

Una tromba d’aria come non si era mai vista a Firenze: dieci minuti di acqua, grandine e vento che hanno stravolto la città e gran parte della provincia causando oltre cento feriti, tutti abbastanza lievi, danni al patrimonio culturale e artistico, e a tanti fiorentini che hanno avuto auto e tetti colpiti, scantinati e negozi allagati. Paura per le possibili conseguenze delle infiltrazioni, ma in alcuni casi anche per la rottura dei vetri delle finestre, alla Galleria degli Uffizi, all’Accademia, a Palazzo Vecchio, alla Biblioteca Nazionale, alla Sacrestia Vecchia di San Lorenzo, al Museo di San Marco a quello di Santa Croce. Strage di alberi al giardino di Boboli e al cimitero monumentale degli inglesi. Tutti luoghi che il 4 novembre 1966 vennero stravolti dall’acqua dell’Arno.

Il fiume, che pure aspetta di essere ancora messo in piena sicurezza, non c’entra. Poco dopo mezzogiorno il cielo si è fatto improvvisamente scuro e in dieci minuti la città si è imbiancata per la grandine mentre il vento spazzava tutto ciò che trovava sulla sua strada. Molti hanno dovuto spalare la coltre bianca, proprio come si fa con la neve. Tra loro anche il Governatore della Toscana Enrico Rossi, impegnato davanti all’ingresso della Regione, in piazza del Duomo. Alcuni musei sono stati chiusi, come gli Uffizi, e riaperti solo dopo le verifiche, anche se la conta dei danni darà possibile solo domani. Nella prossima seduta, ha annunciato Rossi, la giunta regionale approverà la richiesta dello stato di calamità. “La Regione – ha detto il presidente – farà la sua parte, ma ci auguriamo che anche lo stato vorrà intervenire in favore delle popolazioni così duramente colpite. I turisti, sorpresi nel centro storico, cercavano inutilmente riparo nei negozi: molte strade si sono trasformate in torrenti e dai tetti venivano giù tegole e, in alcuni casi, pezzi di grondaie che non reggevano la forza dell’acqua.

Il vento ha scoperchiato la scuola elementare don Milani, nel quartiere 4, obbligando i responsabili a ordinare l’evacuazione. Ancora peggio è andata in provincia dove, solo nella zona dell’Empolese Valdelsa l’Asl 11 segnala 39 feriti, tra i quali tre bambini. Nel comune di Cerreto Guidi cinque adulti, due le maestre, sono rimasti feriti nel crollo parziale avvenuto all’interno di una scuola elementare a Lazzeretto. Qui sono stati allestiti anche due punti medici avanzati che resteranno aperti fino a domani mattina per alleggerire il pronto soccorso dell’ospedale di Empoli. E’ qui che è stata curata una persona per le contusioni riportate al volto a causa della grandine. I chicchi bianchi, in alcuni casi talmente grandi da lasciare segni evidenti sulle carrozzerie delle auto, hanno causato gravissimi danni all’agricoltura. Secondo le prime stime di Confagricoltura, solo nei vigneti si può parlare di 20 milioni. Nei prossimi giorni sarà possibile fare un bilancio preciso. Firenze, dove il sindaco Dario Nardella ha convocato l’unità di crisi della Protezione civile, si è trasformata in una specie di cimitero del verde: alberi sono caduti in tutta la città, abbattendosi sulle strade e sulle auto in sosta.

A Lastra a Signa, madre e figlia sono rimaste bloccate nella loro auto sulla quale si è abbattuto un albero. Sono uscite illese ma chiaramente sotto choc. Prima di arrivare sul capoluogo la coltre nera di nubi aveva attraversato le province di Pisa, Lucca, passando poi per quelle di Pistoia e Prato. Dovunque i vigili del fuoco sono stati chiamati a un superlavoro e dal comando regionale hanno dovuto far arrivare rinforzi dalle province di Siena, Massa Carrara, Arezzo e Grosseto che il maltempo aveva risparmiato. “Non eravamo stati informati di un evento così rilevante – detto il sindaco di Firenze Nardella sottolineando comunque che la macchina dell’emergenza ha funzionato -. Sapevamo solo dell’arrivo del maltempo, ma non potevamo sapere che si sarebbe manifestato in questa forma”. A disposizione del Comune c’erano, riguardo ad oggi, due bollettini, uno dell’Università di Firenze che parlava di “emergenza caldo”, mentre un altro, della Regione, “di forti precipitazioni”. Passata la tempesta su Firenze è tornato a splendere il sole anche se, come ha ricordato lo stesso Nardella, secondo le previsioni, “dovrebbe verificarsi un peggioramento delle condizioni meteo per la nottata in arrivo”. La speranza è che non si tratti di un altro evento straordinario.

(foto Ansa)