Mamma ho perso l’asilo (e vado dalla tagesmutter). Storie di ordinaria fotografia

di Mascia Garigliano
Pubblicato il 11 Dicembre 2018 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’era una volta un paesaggio verde e incontaminato, dove l’aria era buona e i bambini potevano passeggiare e giocare tra fiori profumati e graziosi animali. Non è l’inizio di una favola ma una delle tante attività che si possono realizzare con la Tagesmutter. Letteralmente vuol dire: “Mamma di giorno”, metaforicamente vuol dire: “Fatina buona”.

La tagesmutter è un’educatrice che, attraverso corsi di specializzazione, diventa una professionista offrendo servizi d’istruzione e cura dei bambini presso casa propria, accogliendoli in un vero e proprio “nido familiare” che sostituisce quello tradizionale. Solitamente ogni tagesmutter prende, sotto la propria ala protettrice, un numero limitato di bimbi per dedicare loro il giusto tempo e un’accurata attenzione. L’età dei piccini va dai tre mesi ai tre anni, anche se non è una regola ferrea.

È un chiaro progetto pedagogico quello seguito dalla tagesmutter che nasce nel Nord Europa, mentre in Italia il primo servizio è stato attivato grazie alla cooperativa sociale “Il Sorriso” di Trento, che noi abbiamo avuto il piacere di conoscere e apprezzare. “Ho scelto questo lavoro – afferma Federica Benoni, tagesmutter di Rovereto – perché mi piacciono i bambini”. Sembrerebbe una frase scontata ma niente è più vero, visto che ci vuole amore e sensibilità d’animo per essere una “mamma di giorno”. E’ una vocazione, una missione. Lo impariamo anche dal “Piccolo Principe” secondo cui: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano”.

Federica se lo ricorda benissimo, lo si evince dalla gioia che traspare nel raccontare la sua esperienza: “Quando ho iniziato questo lavoro le mie aspettative e il mio entusiasmo mi hanno sempre accompagnato, dall’inizio di questa avventura fino ad oggi”. E aggiunge: “Con la nascita di mio figlio ho potuto coniugare lavoro e famiglia”. Una condizione non scontata per molte donne che, purtroppo, sono costrette a scegliere tra carriera e maternità, un bivio che si incontra già ai colloqui di lavoro in cui il futuro datore non si fa scrupoli a chiedere: “Ma lei ha figli? Ha intenzione di averne?”, come fosse una nostra colpa anziché un diritto e una risorsa. Federica invece si occupa di suo figlio lavorando. E come lei, tante altre.

Far parte della cooperativa significa, infatti, essere imprenditrici, investire su sé stesse puntando su una crescita personale attraverso corsi di aggiornamento, formazione, studio e confrontandosi con le famiglie e le colleghe. La casa di una tagesmutter è pensata per favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei bambini nell’attività quotidiana. Sono predisposti spazi per agevolare, in tutti i modi, l’autonomia e la sicurezza dei piccoli. Nel bagno c’è il fasciatoio e l’occorrente personalizzato e finalizzato per una corretta igiene. Una camera da letto è adibita per il riposo mentre la cucina per sperimentare ricette insieme ai bimbi che impastano pane e sfornano dolci delizie. Svolgono attività ricreative dentro e fuori casa dove è tutto attrezzato per imparare, giocare e stare insieme in armonia, privilegiando il contatto con la natura.

Per accedere alla professione di tagesmutter occorre ottenere l’attestato di qualifica di “operatore educativo”, che viene rilasciato frequentando un corso di formazione di 500 ore di cui almeno 100 di attività pratiche. Inoltre, un’equipe di professionisti accompagna le famiglie e le tagesmutter dal primo confronto fino al termine della frequenza del bambino, con colloqui, visite e dibattiti.

A 20 anni dalla nascita, i nidi familiari tagesmutter della cooperativa “Il Sorriso-Domus” rappresentano una risorsa per l’intera comunità e le famiglie, con cui si instaura un rapporto di ascolto e fiducia. La cooperativa conta ben 95 educatrici, con 76 nidi familiari sparsi in tutto il Trentino e una frequenza mensile di 600 bambini. Non sono solo numeri ma una solida realtà, fatta di lavoro e opportunità. “Il Sorriso”, come tante altre cooperative, ha aderito a “Professione in Famiglia”: il Sindacato delle famiglie che necessitano di assistenza domestica e delle imprese che offrono servizi di utilità alla persona. Federica ci racconta con piena soddisfazione: “E’ bello quando i bimbi e i genitori sono contenti del mio lavoro, perché è importante creare un ambiente sereno e armonico”. Mentre ce lo confessa, la immaginiamo con tanto di cappello e ombrello scendere giù dal cielo come Mary Poppins e tirare fuori dalla borsa un poco di zucchero… per addolcire i ricordi di grandi e piccini.

Mamma, ho perso l'asilo (e vado dalla tagesmutter). Storie di ordinaria fotografia

Mamma ho perso l’asilo (e vado dalla tagesmutter). Storie di ordinaria fotografia