Maria Elena Boschi in abito rosso e lungo, sul web politica e curve

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 12 Maggio 2014 - 16:07 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Abito rosso e lungo, ma soprattutto scollato. Scollatura ampia e “aiutata” da un push up (volgare? eccessivo?). E poi scarpe nere con plateau e fiocco (stavano bene? Non erano adatte?). Il ministro della Riforme Maria Elena Boschi ha partecipato a una serata di gala a Firenze per l’inaugurazione del nuovo teatro per il Maggio musicale fiorentino. La presenza non è passata liscia e inosservata agli occhi del web, soprattutto perché il lungo abito rosso scelto dal ministro evidenziava le curve.

I più grandi siti di informazione hanno dato risalto alla notizia con tanto di gallery fotografica, e i commenti sono indicativi degli umori del web. Sotto l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera ad esempio Faktum stigmatizza i commenti maligni: “L’invidia per la bellezza e la bravura altrui è una bruttissima bestia…”. C’è chi fa dell’ironia: “Dato che le Riforme non le sa fare, la Boschi è retrocessa a ministro delle Forme”.

Claudia nota il seno in bella mostra: “Mi pare che un ministro della repubblica, anche di quella italiana, deve vestirsi in modo elegante e sobrio. Il seno per di fuori in bella mostra è roba da starlet o anche da attrice. Ma non certamente idoneo ad una rappresentante di governo”. C’è anche chi ne fa questione di estetica: “Caruccia, ma farei attenzione alla scarpetta con fiocco e plateau un pò pesantina. Ah, questi ministri che cadono sempre sulle calzature”.

Augusto si lancia in una critica comparata tra le bellezze nostrane e quelle straniere: “Le inglesi sono molto particolari e più raffinate delle americane per esempio, ma bellissime in senso canonico non direi, sono carine nel senso più pieno del termine. Anche in Italia ci sono delle belle donne, ma si danno troppe arie e attribuiscono troppa importanza alla loro bellezza ho incontrato tante donne straniere molto belle, che non si sentivano Miss Mondo ed erano parecchio concentrate nel loro lavoro. In Italia viene dato un peso eccessivo all’apparenza, che non è la stessa cosa che succede in America, dove l’apparenza è sinonimo di omologazione e perfezione, qui proprio c’è questo atteggiamento di superiorità”.
(Foto Ansa).