Nozze gay, 16 coppie registrate a Roma dal sindaco Marino. Cei: “Presunzione inaccettabile”

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Ottobre 2014 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Marilena Grassadonia e Laura Terrasi hanno pronunciato il fatidico sì a Barcellona nel 2009. Oggi, sabato 18 ottobre, si sono viste riconoscere la loro unione in Campidoglio a Roma. Sono le prime della lista: insieme a loro, al cospetto del sindaco Ignazio Marino, ci sono altre 15 coppie omosessuali che potranno trascrivere il loro matrimonio contratto all’estero.

“Ci siamo sposate a Barcellona nel 2009 e stiamo insieme da 18 anni – racconta emozionatissima Marilena – Io sono ingegnere al Comune di Roma e Laura è la mia compagna”.

Marilena e Laura, dopo aver mostrato i documenti, sono salite in Campidoglio con i tre bambini, i due più piccoli in carrozzina:

“Siamo venute con i nostri figli. E’ una giornata importantissima, un gesto politico importantissimo, di civiltà e di rispetto per le nostre famiglie. Un riconoscimento pubblico”.

A rovinare la loro festa ci ha riprovato il ministro Angelino Alfano. Prima per interposta persona: alla vigilia della cerimonia Marino ha infatti ricevuto una lettera di diffida dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che, richiamando la circolare del Viminale, lo ha invitato a rinunciare, altrimenti “potrebbe rendersi necessario l’annullamento ufficiale delle trascrizioni”.

Poi intervenendo in prima persona, Alfano ha sminuito l’evento dalla sua pagina Facebook:

“La firma di Marino non può sostituire la legge: ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie””.

Ma il sindaco tira dritto e blinda il Campidoglio vietando l’ingresso a chi non è nella lista degli invitati accreditati e con le forse dell’ordine disposte a presidiare la piazza. 

Proprio il partito guidato dal ministro dell’Interno ha organizzato un flash mob conto le unioni civili con slogan e cartelli che prima ha scatenato il caos in piazza Venezia perché l’accesso al Campidoglio era stato negato ai manifestanti e poi si è trasferito sotto al Marc’Aurelio.

Anche Forza Italia ha srotolato sotto un enorme striscione con la scritta: “Marino Famigliofobico” e un secondo firmato dai giovani del partito che recita: “Una finta trascrizione non cancella il disastro della tua amministrazione”.

Mentre dal Vicariato giunge una dura nota che parla di

“una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti basato su una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico”. 

In Campidoglio però il clima di festa è imperturbabile tra scatti e mini-bouquet sposi, amici e parenti stanno salendo in sala della Protomoteca.

“Siamo amici di entrambe le spose – racconta Fabiola – io sono emozionatissima e ho paura di commuovermi”.

Per Nestor, arrivato con Marco per la trascrizione del loro matrimonio,

“è un giorno molto importante un traguardo per l’Italia, e ci sentiamo meno clandestini. Noi ci siamo sposati a Barcellona il 6 marzo 2009”.

Tra i presenti anche Aurelio Mancuso presidente di Equality Italia, venuto

“a nome del Pd di Roma di cui sono responsabile diritti, in segno di sostegno pieno al sindaco e, a nome dell’associazione”.

Arrivato anche Andrea Maccarrone del circolo Mario Mieli:

“Finalmente oggi Roma diventa capitale europea. Speriamo il Parlamento lo capisca”.

I mini-bouquet vengono distribuiti alle coppie da due attivisti della Associazione Consoli.

CEI: “ARBITRARIA PRESUNZIONE, E’ INACCETTABILE”

Per la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, “una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni, non è accettabile”. Per la Cei le nozze gay a Roma che sorprendono “perché oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico”, suggeriscono “una equivalenza tra il matrimonio ed altre forme che ad esso vengono impropriamente collegate”.

“L’augurio”, è detto in una nota dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, è che il “rispetto delle persone individuali sia sempre salvaguardato nelle loro legittime attese e nei loro bisogni, senza mai prevaricare il dato della famiglia. La sua originalità non può essere diluita, se ci sta veramente a cuore il “bene comune” che è la differenza, dei generi e delle generazioni. In una parola, se ci preme la famiglia”.

IL VICARIATO: “SCELTA IDEOLOGICA, UNA MISTIFICAZIONE”

Dura la reazione della diocesi di Roma che parla di “scelta ideologica e di mistificazione”. A scriverlo in un editoriale è Angelo Zema, responsabile di Roma Sette – il settimanale della diocesi di Roma che sarà in edicola domani, domenica 19 ottobre, con Avvenire. Zema parla di scelte “illegittime” in un “contesto dal tono hollywoodiano” e “dal chiaro sapore demagogico”.

“La vita della città – prosegue il responsabile del settimanale diocesano – chiama ad altre urgenze reali. C’è un bene collettivo da promuovere a ogni costo, specialmente in questo tempo di crisi morale ed economica. Una provocazione come quella del sindaco Marino resta un mero vessillo dell’ideologia sul Campidoglio. Una ferita alla città e alla legge, che non serve a niente e a nessuno”.

 

Il momento della firma (foto LaPresse)