Michele Misseri “cerca attenzioni”, Sarah Scazzi “ingenua”: le perizie

Pubblicato il 26 Aprile 2013 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – Michele Misseri potrebbe essersi autoaccusato dell’omicidio di Sarah Scazzi per far parlare di sé: è la tesi di Vincenzo Tarantino, consulente grafologo giudiziario e grafopatologico, oltre che presidente del centro internazionale di grafologia medica. ”Michele Misseri mostra una tendenza verso forme di autosuggestione che lo possono portare persino ad autoaccusarsi di reati commessi da altri al solo scopo di porsi in evidenza, di attirare l’altrui attenzione o far parlare di sé”, ha detto Tarantino al settimanale ‘Il Punto’.

Secondo lo studio grafologico, spiega il settimanale, Misseri mostra una tendenza ”alla millanteria, alla vanità e alla smania di emergere agli occhi dell’ambiente”, rivelando anche ”la sua costante illusione di poter sfuggire alla realtà, il desiderio di rifugiarsi nel mondo del fantastico percepito come certamente più bello e gratificante di quello reale. Col suo fantasticare e inventare fatti immaginari fino a ritenerli veri lui stesso, lo scrivente manifesta il forte desiderio di fuggire dalla realtà e dall’ambiente in cui vive, percepito come ostile e difficoltoso, per rifugiarsi in un mondo migliore e più amico”.

Tarantino ha espresso anche un parere sulla vittima, Sarah, uccisa a sedici anni ad Avetrana. Dall’esame della grafia di una pagina del suo diario appare essere stata ”persona chiara, schietta, dolce ma che a volte sfiora l’ingenuità con tendenza ad appoggiarsi a persone che possono rassicurarla e dirigerla”.

Immagini di una lettera di Michele Misseri e del diario di Sarah Scazzi dal settimanale Il Punto.