Microplastiche trovate anche nella placenta di sei donne sane, la FOTO choc in una ricerca italiana

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2020 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA
micropalstiche nella placenta

Microplastiche trovate anche nella placenta di sei donne sane

Una ricerca scientifica tutta italiana prova per la prima volta nel mondo la presenza di microplastiche nella placenta umana.

Lo studio è stato condotto dall’Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma e dal Politecnico delle Marche. Pubblicata sulla rivista scientifica Environment International e in precedenza approvata dal Comitato etico, la ricerca ha analizzato le placente di sei donne sane, tra i 18 e i 40 anni, con gravidanze normali, che hanno dato il loro consenso.

Lo studio a battaglia in atto da tempo contro le microplastiche che soffocano i mari, danneggiano la salute degli animali, dell’ambiente e degli esseri umani si tinge oggi di un’ombra ancor più nera con i risultati di questa ricerca scientifica tutta italiana.

Microplastiche nella placenta. I medici: “Le madri sono rimaste scioccate”

Le madri, informate dell’esito dell’analisi, partita lo scorso anno, “sono rimaste scioccate, come del resto noi stessi”, ha riferito Antonio Ragusa, primo autore dello studio e direttore dell’Uoc di ostetricia e ginecologia del Fatebenefratelli.

Ragusa spiega la gravità e i rischi della presenza di particelle inorganiche addirittura nei feti: “Con la presenza di plastica nel corpo viene turbato il sistema immunitario che riconosce come ‘self’ (se stesso) anche ciò che non è organico”.ù

Microplastiche nel feto, rischio “bambino cyborg”

“E’ come avere un bambino cyborg: non più fatto solo di cellule umane, ma misto tra entità biologica e entità inorganiche”.

Una considerazione impressionante che aggrava fino ad un livello finora impensabile la discussione sul rapporto tra esseri umani e natura.

La ricerca va approfondita poichè non si conoscono ancora gli effetti che queste particelle possono produrre dentro l’organismo umano. 

A dirlo è il primario del Fatebenefratelli. 

“I rischi per la salute dei bambini che già alla nascita hanno dentro di sè delle microplastiche ancora non si conoscono”.

“Ma già sappiamo da altri studi scientifici internazionali che la plastica per esempio altera il metabolismo dei grassi”.

“Riteniamo probabile che in presenza di frammenti di microplastiche all’interno dell’organismo, la risposta del corpo, del sistema immunitario, possa cambiare, essere diversa dalla norma”.

Nelle placente 12 frammenti di materiale artificiale

Lo studio è stato condotto attraverso la Raman microspettroscopia, una tecnologia in dotazione al Politecnico delle Marche.

In tutto, i ricercatori hanno identificato nelle placente 12 frammenti di materiale artificiale.

Si tratta di particelle tra i 5 e i 10 micron.

Queste particelle sono grandi come un globulo rosso o un batterio e permeano facilmente le cellule.

Dei 12 frammenti, 3 sono stati chiaramente identificati come polipropilene.

Si tratta del materiale con cui vengono realizzati per esempio le bottiglie di plastica e i tappi.

Nove sono invece di materiale sintetico verniciato.

Questi frammenti possono derivare da cosmetici, smalto per le unghie, dentifricio, gesso, creme, adesivi.

Cinque particelle sono state trovate nella parte di placenta attaccata al feto.

Quattro sono state trovate nella parte attaccata all’utero materno e tre dentro le membrane che avvolgono il feto.

Su come le microplastiche entrino nell’organismo umano, Ragusa spiega che ancora non si conosce la via prevalente.

“La prima riguarda l’apparato respiratorio e quindi il circuito ematico”.

“La seconda attraverso l’alimentazione, via intestino”.

Le vaschette di plastica in cui viene confezionato il cibo nei supermercati sono un esempio.

Da Bruxelles arriva intanto la proposta contenuta nel parere conclusivo dell’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche.

Ue, dal 2028 divieto assoluto microplastiche aggiunte? 

La proposta prevede di far scattare dal 2028 il divieto assoluto di immissione sul mercato di prodotti con microplastiche aggiunte.

Alla luce di questo studio risulta ancora più cruciale la proposta dell’Echa sull’applicazione dello stop alle microplastiche intenzionalmente aggiunte nei prodotti.

Lo stop dovrebbe riguardare cosmetici, prodotti per la pulizia e il bucato, fertilizzanti, prodotti fitosanitari e rivestimenti per semi.

Se approvata si eviterà di immettere nell’ambiente 500 mila tonnellate di microplastiche nei prossimi 20 anni.

Da medico e ricercatore Ragusa lancia il suo appello: “Penso che dobbiamo fermarci, stiamo distruggendo il Pianeta. Se non prendiamo provvedimenti più ecologici sarà la rovina per i nostri figli e i nostri nipoti” (fonte: Ansa, Today).