Milano, testamenti in mostra: Pirandello, Garibaldi e…FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Novembre 2015 - 16:53 OLTRE 6 MESI FA

MILANO  – Luigi Pirandello voleva essere seppellito in solitudine e umiltà. Giuseppe Garibaldi invece aveva dato precise indicazioni: dalla camicia rossa all’esposizione della sua testa nel feretro “verso tramontana e col volto scoperto”. Guglielmo Marconi ha approfittato del testamento per togliersi un sassolino dalla scarpa sulla sua ex moglie, mentre Giuseppe Verdi proprio al fianco della moglie voleva essere seppellito.

I testamenti dei personaggi famosi vengono esposti a Milano nella mostra “Io qui sottoscritto“, che dal 10 novembre sarà aperta al centro congressi Mi.Co. in occasione del 50° Congresso nazionale del notariato. I notai hanno aperto i loro archivi per mostrare le ultime volontà dei personaggi famosi italiani, dai politici come Alcide De Gasperi ed Enrico De Nicola, ai letterati quali Gabriele D’Annunzio e Giovanni Pascoli, scrive Silvia De Santis sull’Huffington Post:

“Gabriele D’Annunzio
Nomino i miei esecutori testamentari l’Architetto Gian Carlo Maroni sovrintendente del Vittoriale e l’avv. Leopoldo Barduzzi proc. Gen. Ad essi commento di curare la osservanza delle mie ultime volontà, nell’ambito e in armonia con quanto fu da me voluto in accordo col mio Grande Fratello e compagno nel creare la Fondazione del “Vittoriale degli Italiani”. Gabriele d’Annunzio

Alcide De Gasperi
Oltre che ai parenti, io le raccomando all’aiuto ed all’appoggio di quei pochi ma generosi amici che nel periodo delle prove mi conservarono la loro amicizia. Non posso lasciar loro mezzi di fortuna, perché alla fortuna ho dovuto rinunziare per tener fede ai miei ideali. […] Muoio colla coscienza d’aver combattuto la buona battaglia e colla sicurezza che un giorno i nostri ideali trionferanno. Alcide

Camillo Benso conte di Cavour
Lascio a questa città mia patria le somma di lire cinquantamille acciò colla medesima si eriga siccome ne prego l’amministrazione, una nuova sala d’asilo infantile ne’ quartiere di Portanuova. La quale somma intendo le sia dal mio erede pagata fra due anni senza interessi pendente tal mora; Camillo di Cavour.

Giovanni Agnelli
A cura dei miei esecutori testamentari dovrà essere eretto apposito ente morale sotto la denominazione “Fondazione Agnelli” con sede in Torino, coi cespiti patrimoniali di cui sopra e colla finalità statutaria di soccorrere colle sue rendite le famiglie bisognose di lavoratori in circostanze particolari di difficoltà economiche, – e segnatamente in casi famigliari penosi causati da invalidità, vecchiaia o malattia, oppure in casi di necessità speciali dovute a motivi di studio, di nuzialità o di natalità,- il tutto sempre con preferenza per le famiglie appartenenti al personale del gruppo “Fiat” oppure alla Val Chisone. Giovanni Agnelli

Giorgio Ambrosoli
E’ indubbio che – in ogni caso – pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese. […] Qualunque cosa succeda, comunque tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto. Giorgio

Gioacchino Belli
Il mio corpo, divenuto che sarà cadavere, ordino e voglio che senza alcuna specie di pompa venga trasportato dalla mia abitazione fino al luogo della sepoltura come suoldirsi per carità o in forma pauperum; e ciò non solo per risparmiar gravezze e dispendi al lieve patrimonio di mio figlio, ma eziandio e più ipecialmente in risguardo della umiltà e della mortificazione dovute alle colpe quali si è innanzi a Dio macchiata la mia vita. Giuseppe Gioachino Belli

Alessandro Manzoni
Al mio servitore Clemente Vismara, se, come suppongo, si troverà al mio servizio al momento della mia morte, lascio, per la ristrettezza del mio asse, la tenue somma di lire cento, in benemerenza de’ suoi fedeli e affettuosi servizi, dei quali consegno qui una piena attestazione, perché ne possa valere, quando creda che gli possa essere utile. Tale è la mia ultima volontà, che passo a sottoscrivere. Alessandro Manzoni testatore

Giuseppe Garibaldi
Il mio cadavere sarà cremato con legna di Caprera nel sito da me indicato con asta di ferro ed un pizzigo di cenere; sarà chiuso in urna di granito e collocata nella tomba delle mie bambine sotto l’agaccio ivi esistente – La mia salma vestirà camicia rossa – La testa, nel feretro, o lettino di ferro – appoggiato al muro, verso tramontana – con volto scoperto – i piedi all’asta- I piedi del feretro o lettino assicurati con catenetta di ferro, siccome la testa – Al Sindaco né a chiunque si parteciperà la mia morte senonchè finita la cremazione – G.Garibaldi

Grazia Deledda
Lascio ai miei due figli Sardus e Francesco Madesani quanto mi appartiene perché se lo dividano di comune accordo, con l’obbligo, però, di versare entro tre mesi dopo la mia morte, detraendola dalla comune eredità, la somma di lire italiane cinquanta mila (50.000) alla mia nipote Mirella Morelli di Roberto Morelli e Giuseppina Deledda, come ricordo per la buona compagnia che essa mi fece durante la sua fanciullezza e perché essa abbia sempre a praticare gli insegnamenti che maternamente le ho dato. Grazia Deledda Madesani

Guglielmo Marconi
«Perché Non siano dimenticati alcuni momenti della mia vita, certo non piacevoli, dichiaro che dopo il mio divorzio colla signora Beatrice O’Brien oggi marchesa Marignoli, a sua richiesta le ho donato la somma di Lire italiane 3.000.000 (tre milioni) come da regolari ricevute che conservo». Guglielmo Marconi.

Papa Paolo VI
A te, Roma, diocesi di San Pietro e del Vicario di Cristo, dilettissima a questo ultimo servo dei servi di Dio, la mia benedizione più paterna e più piena, affinché Tu Urbe dell’orbe, sia sempre memore della tua misteriosa vocazione, e con umana virtù e con fede cristiana sappia rispondere, per quanto sarà lunga la storia del mondo, alla tua spirituale e universale missione. Paulus PP. VI

Giovanni Pascoli
Nomino mio erede universale mia sorella Maria, detta “Mariù” Io notaio – presenti i testimoni – ho letto questo atto – da me scritto in un foglio per una pagina e mezza circa – al Testatore che lo conferma Giovanni Pascoli

Giuseppe Verdi
Esprimo il vivo desiderio di essere sepolto in Milano con mia moglie nell’Oratorio che verrà Costrutto nella Casa di Riposo dei Musicisti da me fondata. […]Ordino che i miei funerali siano modestissimi e siano fatti allo spuntar del giorno o all’Ave Maria di sera senza canti e suoni. Non voglio nessuna partecipazione della mia morte colle solite formule Si distribuiranno ai poveri del villaggio di Sant’Agata lire mille nel giorno dopo la mia morte” sottoscritto Giuseppe Verdi e firmato G. Verdi

Giovanni Verga
Lego a mia sorella Teresa Verga, maritata Felice una rendita annua vitalizia di lire milleduecento l’anno, da pagarsi dal mio erede a rate mensili da lire cento l’una, iniziando il pagamento della prima rata un mese dopo la mia morte. Questo legato di rendita vitalizia annua intendo farlo a titolo di alimenti, ed avvalendomi della facoltà concessa dall’art. 1800 codice civile dispongo che non sia alienabile, né cedibile, né sequestrabile. Giovanni Verga”.