“Morte dolorosa per tutti gli arabi”: i tweet anti-palestinesi delle ragazzine israeliane FOTO

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 14 Luglio 2014 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

Morte a questi fottuti Arabi“,
“Vorrei una morte dolorosa per tutti gli arabi”,
“Dal profondo del mio cuore, voglio che gli arabi siano bruciati”,
“Alla fine, se Dio vuole, non ci saranno più arabi vivi”,
“Vi sputo in faccia, arabi fetenti”,
“Abbiamo iniziato la guerra perché così questa diventerà la nostra terra, senza più arabi”,
Odiare gli arabi non è razzismo, è un comandamento di Dio“,
“Arabi, spero che rimarrete paralizzati e che morirete fra grandi sofferenze”,
“Arabi puzzolenti, spero che morirete, Amen”,
“Uccideteli, forza, gli arabi sono delle puttane”,
“Gli arabi non sono umani, sono delle bestie”,
“Morte agli arabi, brutti figli di puttana”,
Uccidete i figli degli arabi, così non ce ne sarà una prossima generazione“.

Sono alcuni dei “terrifying tweets of Pre-Army Israeli Teens“, “terribili tweet di adolescenti israeliani”, dove “Pre-Army” significa che hanno meno di 18 anni e non sono ancora arruolabili (in Israele il servizio militare è obbligatorio e dura 3 anni per gli uomini e 20 mesi per le donne). Terribili tweet raccolti in uno “storify” (storia racconta con i social media) da David Sheen, filmaker e giornalista che ha collaborato anche con Haaretz (uno dei più importanti giornali israeliani).

Sheen spiega così la sua ricerca: “Martedì 10 luglio ho digitato su Twitter la parola Aravim, che significa “arabi” in ebraico (sono in pochi in Israele a usare la parola “palestinesi” per indicare il popolo che vive al di là del muro, ndr). Mi è venuta fuori una lunga lista di messaggi di giovani israeliani che inneggiavano alla pulizia etnica. Alcuni di questi slogan pro-genocidio erano stati scritti da ragazzi, ma mi è parso che in maggioranza le autrici fossero ragazze“. Il contenuto dei tweet? “Il desiderio che gli arabi muoiano e in alcuni casi che vengano torturati a morte”. “Ho iniziato a tradurre in inglese le loro parole, allegando la loro foto-profilo su Twitter e il link al loro tweet originale”.

È proprio la foto profilo la cosa che rimane più impressa, perché fa sempre a cazzotti con la ferocia anti-palestinese dei tweet. Non si tratta infatti di ragazzine esaltate che si fanno ritrarre in pose marziali, tuta mimetica e bandiera d’Israele sullo sfondo. Sono immagini talvolta ammiccanti, talvolta da aspiranti miss, quasi sempre di ragazzine che come tutte le loro coetanee occidentali vogliono apparire più carine possibile, nella foto che è il loro biglietto da visita sui social network. A non poter lasciare indifferenti è la loro “normalità“, abbinata all’eccezionalità dell’odio che respirano, e che poi sbattono in faccia al resto del mondo in 140 caratteri vomitati su Twitter.