Mostra Cinema Venezia FOTO: Rocco Siffredi, Rozsa Tassi e figli. E Francesca Michielin fa…

di Alessio Rossini
Pubblicato il 6 Settembre 2016 - 13:27 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Mostra del Cinema di Venezia 2016: guarda le FOTO di Rocco Siffredi, la moglie Rozsa Tassi (aka Rosa Caracciolo) e i figli in passerella. E la cantante Francesca Michielin fa le linguacce ai fotografi alla presentazione di “Piuma”… In un festival tutto declinato sulla fede c’è chi al Lido evoca il demonio, come fa Rocco Siffredi (all’anagrafe Rocco Tano, da Ortona) quando dice ”ho avuto sempre un Diavolo tra le gambe” E lo fa ora, nella maturità (ha 52 anni), in ROCCO evento speciale al Festival di Venezia, firmato dai francesi Thierry Demaiziere e Alban Teurlai.

Per lui dall’età di dodici anni ”una vera e proprio ossessione per la sessualità, sono stato anche ricoverato per abuso di masturbazioni” racconta Rocco. E ancora, in questo documentario, in sala con la Bim dal 31 ottobre, in cui si “denuda”, rivela il senso di colpa per il suo lavoro (”quando tornavo a casa, mi vergognavo nel guardare negli occhi mia moglie”) e la sua visione della sessualità futura che sarà totalmente aperta, ovvero Pornografia e bi-sessualita per entrambi i sessi.

”Ho parlato di Diavolo perché è il modo in cui identifichiamo la sessualità – spiega -. Da bambino parlare di sessualità era molto complicato in famiglia. Io il Diavolo ce l’avevo tra le gambe già da ragazzino mentre i miei coetanei seguivano alla radio il calcio. La mia sessualità – aggiunge – era insomma travolgente. E pensare che mia madre voleva farmi diventare prete e mi obbligò a fare il chierichetto. Quei principi, quell’educazione alla Chiesa, mi sono rimasti addosso e non mi hanno aiutato molto”.

Certo aggiunge Siffredi: ”E’ più difficile mostrare l’anima che il corpo come ho fatto in questo film. Parlare di queste cose è difficile, lo si usa solo quando serve e poi lo si nasconde subito. Comunque se ci sarà chi non vedrà più in me più il supereroe che immaginava devo dire che me ne frego”.

La scelta di mostrare ai suoi fan ”non solo le mie parti intime, ma la mia vita normale con moglie e figli credo sia stata giusta. Mi dicevano sempre non avrai mai una famiglia. Invece ho avuto tutto anche più degli altri”. Certo aggiunge: ”Avevo molti sensi di colpa. E quando tornavo a casa cercavo negli occhi di mia moglie il suo perdono”.

Pornografia su Internet? ”E’ cambiato totalmente il cinema a luci rosse. Ora siti come Youporn li fanno gli ex hacker. E’ diventata un’industria della sessualità in cui si vedono performance da atleta piuttosto che sensazioni. Una volta c’era la storia, c’erano i dialoghi”.

La copertina nudo su Le Monde: ”Mi ha fatto piacere. E’ un riconoscimento alla mia professionalità. Il fatto che qualcuno si è scandalizzato non lo capisco. L’unico accessorio che è rimasto tabù ora è solo l’uccello”. Nel futuro per Siffredi: ”Ci sarà una generazione al limite del Porno e senza distinzione tra le sessualità”.

Mentre la differenza tra uomo e donna? ”Le donne – dice – lo fanno col cervello, gli uomini con un’altra cosa”. E se, infine, Siffredi non vede nel futuro nessuna Moana Pozzi, come padre sa già che non avrà eredi: ”il più grande Lorenzo, venti anni, è identico alla mamma ed è un gran romantico, un ragazzo integro, la purezza in persona. Il secondo, Leonardo, è più vicino a me, fa parte di quella nuova generazione che ha paura delle donne, neanche lui comunque vuole fare la mia carriera e di questo sono contento”.

“Piuma” di Roan Johnson divide la critica – La bagarre per un film italiano in gara è una tradizione che si ripete ciclicamente – ne sanno qualcosa Michele Placido con Ovunque sei e Cristina Comencini con Quando la notte, due citazioni a caso – il fischio sta nel conto, perlomeno alle proiezioni stampa. E’ il caso di Piuma, il secondo film italiano in gara a Venezia 73, una commedia di adolescenti diretta da Roan Johnson (I primi della lista, Fino a qui tutto bene, I delitti del barlume in tv) su cui l’aspettativa era stata alimentata dallo stesso direttore della Mostra Alberto Barbera che aveva definito “Piuma la commedia leggera, intelligente che tutti vorrebbero fare, davvero una sorpresa, abituati alle commediole e commediacce usa e getta del recente cinema italiano”.

Così quando sono arrivate bordate di fischi (oltre agli applausi e anche alle risate durante la proiezione) al grido ‘vergogna’, ecco ci risiamo: Piuma diventa un caso. “Le commedie sono un fatto più unico che raro nel concorso di Venezia – dice all’ANSA Roan Johnson, pisano per crescita e studi, adottato dal livornese Paolo Virzì che gli produsse l’esordio al cinema – essere qui è un bell’attestato di fiducia. Piuma è una commedia che amo, la penso come un film riuscito, ci sono dentro un ventaglio di emozioni il più ampio possibile dalla speranza allo scoramento, mi spiace che qualcuno lo abbia contestato, ma so anche di tante risate”.

Indivisibili fuori (è alle Giornate degli autori), Piuma dentro? “E’ un buon momento per il cinema italiano, mai così tanti film. Sì, certo, Piuma è una commedia, ma noi dobbiamo essere orgogliosi della tradizione del cinema italiano di commedie capaci di raccontare il tempo, di essere specchio dei tempi”. Ecco, Piuma prova – attraverso la storia di Ferro (Luigi Fedele, arrivato per ultimo, dopo 1200 provini quando ormai il film rischiava di non girarsi) e Cate (Blu Yoshimi), neanche ventenni alle prese con una gravidanza inaspettata – a raccontare un’epoca fluida, dove i figli sono genitori e i genitori figli, dove il precariato diventa stile di vita non solo economico, in cui sono sbandati un po’ tutti, adulti e ragazzi.

“Non bisogna generalizzare – dice Johnson – ma certo il personaggio di Ferro, un ragazzo cazzaro e immaturo ma che farà un suo percorso di crescita, ribalta gli stereotipi che vogliono i 18enni di oggi una generazione di imbecilli e fannulloni. Il mondo cambia tantissimo e quella generazione fa i conti con questo: sul set erano i due ragazzi protagonisti a darci consigli a noi 40enni persino sull’amore. Spero che Piuma restituisca un po’ della grammatica dei ragazzi di oggi che si prendono responsabilità – questo il vero tema del film al di là di tutto – stando sotto la cappa pessimistica di questo mondo”.

La storia di Piuma diventa così un “romanzo di formazione” in cui le generazioni, padri e figli e pure nonni, sono indefinite – la famiglia adolescente come l’omonimo saggio di Massimo Ammaniti – e l’assunzione della responsabilità è l’atto più rivoluzionario che possano fare le persone ‘impanicate’ per dirla come Ferro, quelle che provano a volare con incosciente ottimismo. Partito per raccontare “noi stessi e le nostre paure di quarantenni alle prese con il primo figlio”, il film scritto con Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi e Davide Lantieri si allarga a opera corale sulle nostre immaturità e i nostri sbandamenti. Con le musiche originali di Lorenzo Tomio e Almeno tu, cantata da Francesca Michielin, il film – prodotto da Sky Cinema e Palomar, con la distribuzione della Lucky Red – come la paperella gialla simbolo di Piuma proverà a muoversi dal 20 ottobre in sala, tentando di intercettare quel pubblico di ragazzi cui è dedicato.

Tutt’altra musica alla proiezione in sala Grande: grande successo. Già durante la proiezione la risposta della platea è stata positiva. Sin dai titoli di coda sono partiti gli applausi fragorosi all’indirizzo del cast e dei protagonisti in particolare di Ferro, Luigi Fedele. Al culmine degli applausi, oltre 10 minuti, il regista Roan Johnson ha preso in braccio il figlioletto, aspettando il quale ha immaginato la storia del film, in sala dal 20 ottobre

Il prossimo film di Paolo Sorrentino sarà su Berlusconi – Archiviate le 10 puntate di The Young Pope, Paolo Sorrentino sta lavorando al nuovo film. La rivista Variety dalla Mostra del cinema ha appena lanciato una esclusiva sul nuovo lavoro, che avrà al centro la figura di Silvio Berlusconi. Il titolo, Loro, sarebbe un gioco di parole con L’oro, scrive Nick Vivarelli. Sorrentino sta scrivendo la sceneggiatura e dovrebbe cominciare le riprese nell’estate del 2017.

Così dopo Il Divo dedicato a Giulio Andreotti, Loro sarà sul (quasi) ottantenne ex premier. A produrlo sarà, come tutti i film di Sorrentino, la Indigo Films. E Medusa? La società del gruppo Fininvest, che ha cofinanziato La Grande Bellezza e Youth, non prenderà parte alla produzione del nuovo film, ha precisato l’ufficio stampa della società. Medusa ha dichiarato di non aver mai ricevuto il nuovo progetto e di averne appreso il contenuto leggendo Variety.