Tennis, Nadal ha vinto il Roland Garros: le foto della premiazione

Pubblicato il 11 Giugno 2012 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI, FRANCIA –  ”E’ un momento per me indimenticabile”. Roland Garros e’ la sua seconda casa, eppure riesce ancora a commuoverlo. Il settimo sigillo consacra Rafael Nadal come il tennista sulla terra piu’ forte della storia.

Crolla anche il record di Bjorn Borg. In assoluto solo una donna ha centrato lo stesso traguardo, l’indimenticabile Chris Evert.

Il Roland Garros incorona ancora una volta il suo re preferito. Il mancino spagnolo al termine dell’interminabile finale con Novak Djokovic, e’ salito sulle tribune ad abbracciare parenti e amici, e suo onnipresente zio, che e’ anche il suo coach.

E’ la quarta finale Slam consecutiva tra i due campioni, un record e non solo dell’Era Open. In poche settimane dopo Roma anche la finale di Parigi, a causa della pioggia, si conclude di lunedi’.

E anche oggi c’e’ stato il rischio di un altro stop. Sul cambio campo del 5-4 del quarto set, la giuria ha fatto sospendere il gioco per uno scroscio improvviso, tenendo pero’ i giocatori in campo in attesa che smettesse.

Poco dopo il match e’ ripreso con il servizio di Djokovic. Sul 6-5 per Nadal il serbo pero’ non ha avuto piu’ la forza di rimontare, chiudendo addirittura con un doppio fallo.

Parigi non muta le gerarchie del ranking mondiale. Il serbo resta n.1, davanti a Nadal e Federer, ma esce deluso da questa due giorni di finale. Forse se c’e’ qualcuno danneggiato dalla sospensione e’ lui.

Ieri dopo aver perso le prime due partite 6-4, 6-3 era riuscito a rimontare vincendo la terza partita 6-2 e andando in vantaggio nel quarto 2-1.

Sintomo forse del fatto che le energie migliori riesce a trovarle durante il match. Tant’e’ che oggi alla ripresa Nadal e’ apparso senz’altro piu’ in palla, il serbo invece perfino in debito di ossigeno.

E’  incappato proprio in quello che doveva evitare: una partenza lenta e contratta. Vincendo otto dei primi dieci punti, Nadal ha cosi’ potuto ripareggiare immediatamente i conti, portandosi avanti per 3-2.

Da quel momento fino alla conclusione, si e’ visto il miglior tennis di questa finale durata due giorni. Il game successivo, sul 5-5, e’ stato il piu’ bello: Rafa e’ riuscito a tenere il servizio con un pallonetto lungo di Nole, dopo uno scambio incredibile.

Chiamato di nuovo a servire per rimanere nel match, questa volta il serbo ha ceduto: sbaglia un diritto in uscita dal servizio per il 30-30, poi permette a Rafa di portarsi a match point e infine commette un doppio fallo, tanto imperdonabile quanto comprensibile. Ma per venti interminabili ore, dall’interruzione di ieri alla ripresa del gioco di oggi, la paura di perdere ha invaso l’entourage di Nadal.

Lo stesso terrore ha poi finito per rendere questa vittoria forse la piu’ dolce di tutta la sua carriera.        Una partita che sembrava vinta sul 6-4, 6-3, 2-0 e quasi capovolta nel giro di otto game, tutti a favore di Djokovic che ha cosi’ inflitto a Nadal il peggior parziale della sua carriera al Roland Garros. Per la quarta volta nelle loro ultime cinque partite, la finale si e’ conclusa di lunedi’.

E’ successo a New York per gli Us Open, a Melbourne per gli Australian Open, dove la partita e’ terminata ben oltre la mezzanotte, a Roma per gli Internazionali Bnl d’Italia e adesso a Parigi, dove c’era stato un unico precedente di una finale al lunedi’, nel ’73 tra il romeno Nastase e lo sloveno Pilic.

Otto titoli a Montecarlo, sette a Parigi, sei a Roma, sedici finale Slam, di cui undici vinti, proprio come Borg e Rod Laver. Questi gli incredibili numeri di Nadal: quando vinse il primo Roland Garros era appena maggiorenne, oggi e’ un uomo. Non c’e’ stato nessuno mai come lui sulla rossa di Parigi.

Dopo Federer nel 2006 e nel 2007), Rafa nega a Djokovic il sogno di conquistare i quattro titoli dello Slam consecutivamente.   Parigi resta l’unico ‘buco nero’ per Djokovic.

Avra’ modo di rifarsi: d’altronde era la sua prima finale. La realizzazione del sogno del Grande Slam forse e’ solo rinviato. Le foto LaPresse.