Obama in Afghanistan a sorpresa: i talebani rispondono con un attentato

Pubblicato il 2 Maggio 2012 - 08:27 OLTRE 6 MESI FA
(Foto Ap/LaPresse)
KABUL – Un anno esatto dopo l’uccisione di Osama bin Laden da parte delle truppe Usa, Barack Obama arriva a sorpresa in Afghanistan e dalla base aerea di Bagram manda via tv un messaggio alla nazione. Una veloce incursione che ha avuto però subito una risposta da parte dei talebani, tutt’altro che vinti, che subito dopo la partenza del presidente Usa hanno fatto esplodere una vettura nel centro di Kabul, causando sei morti. L’attacco suicida è avvenuto mercoledì mattina in un compound a Kabul usato da dipendenti stranieri dell’Unione Europea e dell’Onu. Un kamikaze ha lanciato un’autobomba contro l’ingresso del compound, il “Green Village”, uccidendo cinque civili afghani e una guardia di sicurezza la cui nazionalità non è stata resa nota.

“Miei cari americani – ha detto Obama – abbiamo viaggiato un decennio attraverso le nubi scure della guerra. E ora qui, in Afghanistan, nel buio prima dell’alba, possiamo vedere all’orizzonte la luce di un nuovo giorno”. Per dieci minuti, in diretta tv, in prime time, Obama entra nelle case degli americani, quando in Afghanistan è notte fonda, in questa giornata molto particolare per la storia recente degli Stati Uniti. Lo fa parlando davanti a un podio, posto davanti a due blindati, con tanto di bandiera sullo sfondo. A sorpresa, Obama ha deciso di volare in gran segreto in questo Paese straziato da una guerra che dura oltre dieci anni, scoppiata all’indomani degli attentati dell’11 settembre. Obama ha annunciato la fine imminente della guerra, ma la possibilità appare remota, se non altro per gli annunci tanto sbandierati negli ultimi anni, tant’è che le truppe Usa resteranno sul territorio anche dopo il 2014.

Aiuti economici e militari in cambio di trasparenza amministrativa, legalità e tutela dei diritti umani di tutti gli afgani, uomini e donne. Questo, in sintesi, uno dei passaggi centrali dell’accordo strategico firmato a Kabul tra Stati Uniti e Afghanistan. ”L’accordo – come afferma una nota della Casa Bianca – è basato sul mutuo rispetto e sugli interessi condivisi tra i due Paesi. Gli Stati Uniti si impegnano a appoggiare lo sviluppo eocnomico e sociale dell’Afghanistan e delle sue istituzioni. In cambio le autorità afgane s’impegnano a rafforzare la responsabilità dell’amministrazione, la sua trasparenza, e la capacità di proteggere i diritti umani di tutti gli afgani, uomini e donne”.

Il documento firmato di 10 pagine impegna gli Stati Uniti in loco (con militari e civili) per altri dieci anni dopo il 2014, data prevista per il ritiro delle truppe da combattimento alleate della Nato. Secondo l’ambasciata Usa a Kabul, Karzai ha messo in evidenza la gratitudine dell’Afghanistan per gli sforzi statunitensi, mentre Obama ha sottolineato il sacrificio condiviso dai due paesi e la speranza per un futuro più pacifico. Insieme, ha detto il presidente Usa, raggiungeremo l’obiettivo di distruggere al Qaeda. “Insieme siamo ora impegnati a sostituire la guerra con la pace”, ha detto il presidente dopo la firma dell’accordo.

All’Afghanistan è garantita la sovranità e la promessa che non sarà abbandonato, mentre gli Usa si impegnano a mettere fine alle operazioni di combattimento, tenendo comunque un piede sul territorio. L’accordo tuttavia non impegna gli Usa a nessun tipo di presenza militare o finanziamento. Consente però a Washington potenzialmente di mantenere le truppe sul terreno anche dopo il 2014 per due propositi specifici: continuare l’addestramento delle forze armate afghane e le operazioni mirate contro al-Qaeda.

Il presidente americano, inoltre, parlando ai soldati americani nella base di Bagram, ha spiegato che “la battaglia non è ancora finita. C’è una luce all’orizzonte. Ma ci saranno ancora giorni difficili per l’Afghanistan. Il Paese però sta riprendendo in mano il proprio futuro”.