Obama invita Romney a pranzo: il presidente Usa ha mantenuto la promessa

Pubblicato il 30 Novembre 2012 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
Obama e Romney, pranzo insieme alla Casa Bianca (Ap/LaPresse) 

 

WASHINGTON – Nel suo discorso della vittoria a Chicago, Barack Obama annunciò che avrebbe presto invitato Mitt Romney, lo sconfitto, alla Casa Bianca. Ed è stato di parola. L’ex candidato repubblicano alla presidenza, appena ventitre giorni dopo le elezioni, ha varcato il porticato bianco della palazzina liberty di 1600 Pennsylvania Av, alle 12.30 locali di giovedì 29 novembre, per un pranzo privato, faccia a faccia con il presidente rieletto.

I due hanno mangiato nella sala da pranzo, proprio accanto allo studio Ovale, al riparo dalle telecamere, così come si conviene agli ospiti di altissimo profilo. Solo un comunicato ufficiale al termine dell’incontro: ”A pranzo s’è discusso della leadership americana nel mondo e sull’importanza che l’America mantenga questo ruolo di guida anche in futuro”. Nessun riferimento a una collaborazione formale, tantomeno alla spinosa questione del fiscal cliff, ma l’impegno comune ”a rimanere in contatto, cogliendo l’opportunità” in futuro di lavorare assieme su temi d’interesse comune”.

Per la cronaca, Obama ha offerto a Romney tacchino al chili e insalata di pollo arrosto in stile southwestern. L’incontro tra il presidente eletto e il suo sfidante sconfitto non è una novità. Anzi è una sorta di tradizione, all’insegna del bon ton, per la politica americana. Bill Clinton invitò Bob Dole, dopo la loro sfida del 1996, e in quell’occasione gli conferì la Presidential Medal of Freedom. Lo stesso fece George W. Bush, con Al Gore, malgrado i due si batterono per settimane durante lo scrutinio all’ultimo voto in Florida. All’epoca, Bush celebrò alla Casa Bianca il suo ex avversario, da poco insignito con il prestigioso Premio Nobel per la Pace.

E lo stesso Barack Obama, quattro anni fa, ospitò John McCain in una cena d’onore alla vigilia della cerimonia dell’Inaugurazione, nel gennaio del 2009. Nessuno però raggiunse il livello di Franklin Delano Roosevelt, che nel 1940 nominò il suo sfidante Wendell Willkie, come suo rappresentante, una sorta di suo ambasciatore informale, in Gran Bretagna, poi in Medio Oriente, in Unione Sovietica e in Cina.