Occhi di tonno e zuppa di pipistrello: i cibi più disgustosi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Settembre 2015 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Occhi di tonno, zuppa di pipistrelli e biscotti con vespe. Queste solo alcune delle 20 ricette più disgustose al mondo nella lista realizzata dal portale Skyscanner. Gli usi e i costumi cambiano di paese in paese, così come anche i gusti. Accade allora che quelle che per gli abitanti del luogo sembrano delle leccornie prelibate, per gli ignari turisti risultino disgustose sia alla vista che al gusto.

Le ricette “estreme” sono molte: dagli occhi di tonno in Giappone alla zuppa di pipistrello, cucinato intero con tanto di ali, denti e peli in Indonesia, come mostra Repubblica:

“Occhi di tonno, Giappone. Oltre al sushi, in Giappone si possono gustare gli occhi di tonno già cucinati, in umido o leggermente scottati. Sotto un involucro “gommoso” si trova una sostanza morbida e grassa, il cui gusto ricorda quello dei calamari o del polpo

Huitlacoche, Messico. L’huitlacoche, o “tartufo di mais”, è un fungo parassita dei chicchi di mais. In Messico è un cibo molto costoso e moltissimi piatti che lo contengono sono considerati vere e proprie prelibatezze

Shiokara, Giappone. Lo “shiokara” non è un piatto conosciuto e diffuso come il sushi. Probabilmente perché sono dei calamari (di solito) marinati nelle loro viscere e “dimenticati” per un mese in un contenitore ermetico

Muktuk – Canada, Groenlandia, Russia. Il piatto tradizionale degli Inuit e degli Eschimesi è la pelle, completa di grasso sottocutaneo, di balena, narvalo o beluga congelata. Di solito è un cibo che viene consumato senza cottura, ma talvolta può anche essere fritta o impanata

Hàkarl, Islanda. In passato le acque del luogo erano popolate da squali polari, la cui carne però non era buona da mangiare a causa dell’alto contenuto di acidi urici. Per questo motivo gli squali catturati venivano sfilettati e appesi sotto una collinetta di pietre per un paio di mesi, durante i quali perdevano l’urina e gli altri acidi urici. Poi venivano lasciati ancora per 2-4 mesi all’aria aperta. Vengono preparati esattamente allo stesso modo anche in Islanda; ma ora si possono giustificare solo come rispetto per la tradizione, visto che sia il gusto che l’odore del piatto ricordano lo squalo putrefatto

Uovo centenario, Cina. Uno degli antipasti cinesi più popolari si prepara molto semplicemente: le uova vengono mischiate ad una soluzione alcalina ( di solito è una miscela di calce, cenere e sale) e chiuse in un contenitore ermetico. Non per cento anni, come suggerisce il nome, ma per un periodo che va dai 15 giorni ai 4 mesi. Dopo questo rimane solo da sbucciare le uova e tagliarle a spicchi: l’albume assume una consistenza gelatinosa, mentre il tuorlo diventa di un colorito grigio-verde

Cuy – Perù, Ecuador, Colombia. Normalmente, il “cuy” (porcellino d’india) viene cucinato fritto o stufato con le verdure”