La mamma di Leonardo protesta davanti alla scuola: “Non escludo che sia stato sedato”

Pubblicato il 11 Ottobre 2012 - 19:38 OLTRE 6 MESI FA

(LaPresse)

CITTADELLA (PADOVA) – La madre e la zia di Leonardo, il bimbo di Cittadella al centro di una disputa sull’affidamento da parte dei genitori, oggi 11 ottobre hanno protestato all’esterno della scuola elementare dove ieri 10 ottobre è stato prelevato con la forza il piccolo.

La mamma Ombretta Giglione, in queste ore ha lanciato un appello attraverso Tgcom24: “Fatti coraggio, resisti, vedrai che ce la faremo a farti tornare a scuola e a casa dalla tua mamma”. La donna si è rivolta anche al marito: “Libera il bambino, fallo tornare alla sua vita”, e alle istituzioni ha chiesto di “cambiare questi giudici che giudicano senza pensare”. 

“Io non credo – ha detto la donna – che mio figlio stia bene. Perché non l’hanno fatto visitare dal suo pediatra di base? Non so se il bambino sia stato sedato, è un’ipotesi che non escludo”. Secondo la donna il giudice “ha tratto le sue conclusioni sulla base della diagnosi di uno psichiatra di Mestre che ha parlato di una sindrome che non esiste”. Una sentenza, dunque, da contestare interamente secondo la donna, che ha fatto ricorso in Cassazione.

Il governo – ha aggiunto – deve fare qualcosa per impedire che in queste sentenze si dica che va usata la forza pubblica”. La signora Giglione ha detto di aver accettato le scuse ed ha aggiunto che “non è modo questo di prelevare i bambini. Questa violenza sui bambini deve finire. Bene le scuse, ma Leonardo è ancora là dentro e non riesco a vederlo. Non so come sta, quanti ematomi ha, abbiamo solo la dichiarazione del padre che dice che sta bene, ma dubito perché  lui dice bugie”.

“Penso – ha aggiunto ancora la madre di Leonardo – che non voglia far visitare il bambino per non far vedere gli ematomi e il resto”. Prima del video, ha spiegato la donna, c’erano stati altri due tentativi di prelevare il bambino dalla casa materna: “Una volta sono venuti i carabinieri in divisa e armati, la seconda volta gli assistenti sociali”. “Non sono io che mi sono opposta all’ordine di prelevarlo – ha puntualizzato – è lui che si oppone perché non vuole essere strappato ai suoi affetti, alla sua vita”.

Il piccolo, secondo quanto ha detto sempre la madre, non voleva andare a casa del padre, anche perché l’uomo si sarebbe comportato in modo violento: “Una volta l’ha anche rinchiuso in una stanza” ha detto la donna. A chi afferma che se la famiglia non avesse opposto resistenza oggi le cose sarebbero andate in modo diverso, risponde che “il video parla da solo, mia sorella è arrivata solo alla fine. Gli agenti hanno detto a mio figlio ‘se vieni con noi con le buone, bene, se no con le cattive’, ma lui dall’aula dove si trovava gridava e diceva ‘lasciatemi, aiuto’. E’ rimasto solo in classe, aggrappato al banco”.