Papa Francesco arriva in Corea del Sud: ma Pyongyang spara razzi in mare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Agosto 2014 - 08:07 OLTRE 6 MESI FA

SEUL – “Dio benedica la Corea e in special modo i suoi anziani e i suoi giovani”. Così, via Twitter, Papa Francesco ha salutato i suoi 14 milioni di follower poco dopo essere arrivato a Seul, in occasione dalla Giornata della gioventù dei popoli asiatici, a Daejon. Francesco in sei giorni visiterà 5 città e terrà 11 discorsi. Incontrerà una comunità cattolica che ha superato il 10% della popolazione ed è in forte crescita. Il Papa è atterrato nella capitale sudcoreana giovedì mattina e, con un gesto non previsto nei programmi ufficiali è stato accolto all’aeroporto dalla presidente Park Geun-hye. L’aereo papale è atterrato alle 10,36 locale (le 3,36 in Italia) nell’area della base militare dove lo attendevano le delegazioni governativa e della Chiesa locale.

Lancio di razzi. Poco prima dell’arrivo di Bergoglio a Seul, la Corea del Nord ha lanciato tre missili a corto raggio dalla costa orientale nel Mar del Giappone. La Corea del Nord ha impedito però ai suoi fedeli di partecipare alla visita del Papa nel Sud. Secondo fonti militari a Seul i missili sarebbero stati sparati da una rampa di lancio multipla da 300 millimetri, e sarebbero finiti nell’oceano dopo un volo di 220 chilometri. La mossa è la prima del genere da parte del regime di Pyongyang dalla fine di luglio, e precede di qualche giorno le manovre militari congiunte tra forze sud-coreane e statunitensi in programma da lunedì prossimo.

Il Papa incoraggia “gli sforzi per riconciliazione e stabilità nella penisola coreana“, “unica strada” per una “pace duratura”. E ricorda che la ricerca della pace da parte della Corea “influenza la stabilità dell’intera area e del mondo intero, stanco della guerra“. Queste le parole di Bergoglio incontrando le autorità nel Palazzo presidenziale di Seul. Nel primo discorso ufficiale del suo viaggio nella Repubblica di Corea papa Francesco ha affrontato il problema della divisione della Penisola e del popolo coreano in due Stati, al Nord e al Sud, che risale al 1953 e l’ha messa in rapporto con la pace dell’intera Asia e di tutto il mondo. L’incontro con le autorità – circa 200 persone tra cui, tra gli altri, membri dell’esecutivo, delle istituzioni della Repubblica, una rappresentanza del Corpo diplomatico – si è svolto nel Salone dei ricevimenti del Palazzo presidenziale. Questo, chiamato “Blue house”, prende il nome dal colore tradizionale delle 150 mila tegole che ricoprono l’edificio centrale e le due dipendenze laterali.

In volo sopra la Cina. Papa Francesco, sorvolando la Cina in volo verso Seul, ha indirizzato un telegramma al presidente cinese Xi Jinping, esprimendo “cordialità” sia al capo di Stato che al suo popolo, e invocando “la divina benedizione per la pace e il benessere della nazione”. Il testo del telegramma è stato reso pubblico al momento del sorvolo del territorio cinese. Per la prima volta Pechino ha autorizzato il sorvolo dello spazio aereo cinese da parte di un aereo papale. D’altro canto ha però impedito a cento cinesi che volevano partecipare alla Giornata della Gioventù asiatica di raggiungere la Corea. Nel 1989, quando papa Wojtyla si recò nella Repubblica di Corea, il governo di Pechino vietò il sorvolo all’aereo papale, che dovette fare la rotta artica.

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