D’Addario, Montereale, Rossini: sfilata in tribunale in campagna elettorale

Pubblicato il 14 Dicembre 2012 - 11:53 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Caso escort, si trasformerà in una sfilata, e per di più in piena campagna elettorale, il processo a Bari: Gianpaolo Tarantini aveva chiesto il rito abbreviato, ma la richiesta non è stata accolta e si andrà in dibattimento.

Lo racconta Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. La Sarzanini scrive che Tarantini aveva messo a punto questa “strategia per proteggere Berlusconi“: avrebbe, secondo la giornalista, voluto evitare che la “sfilata” si tenesse a febbraio, a pochi giorni dalle elezioni politiche. Berlusconi è accusato di aver convinto (con soldi) Tarantini a mentire davanti ai giudici: Tarantini, secondo l’accusa, avrebbe dovuto negare che le ragazze portate nelle residenze di Berlusconi fossero escort.

In particolare, racconta la Sarzanini, hanno chiesto il rito ordinario Massimiliano Verdoscia (ex socio di Tarantini) e 3 delle ragazze coinvolte nella vicenda: Patrizia D’Addario, Barbara Montereale, Lucia Rossini. Patrizia D’Addario ha già annunciato che si costituirà parte civile contro Tarantini e Sabina Began con la seguente motivazione: “Per colpa loro sono additata come escort”.

La Sarzanini pubblica poi una parte del colloquio di Tarantini con i pm baresi: «Custodivo l’amicizia con Berlusconi come un bambino fa con i propri giocattoli. Per lui mi sarei fatto tagliare un braccio, anzi tre. Anzi tutte le gambe, le braccia, la testa. Ho conosciuto il presidente e sono completamente impazzito. Per me non era un problema spendere 50 mila euro per portagli le ragazze. Tornavo a casa come un bambino scemo. Per me in quel momento della mia vita esisteva solo lui. Tornavo a casa mi sentivo i cd con le sue musiche, in macchina c’erano solo canzoni e musiche di Berlusconi, a mia figlia ho insegnato a memoria “meno male che Silvio c’è”».