Pesaro, Andrea Ferri ucciso per rapina: uno degli arrestati è un dipendente

Pubblicato il 9 Giugno 2013 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA

PESARO – Andrea Ferri è stato ucciso la notte del 3 giugno con quattro colpi di pistola alla testa. Ferri, imprenditore di Pesaro, è stato ucciso per una rapina, questo il movente secondo gli investigatori. La notte tra 8 e 9 giugno i carabinieri hanno arrestato per l’omicidio un marocchino naturalizzato italiano residente a Rimini e un macedone, dipendente di Ferri.

ARRESTO – Ferri era un imprenditore e gestiva 4 distributori di carburante. L’obiettivo degli assassini era rubare l’incasso di uno di questi. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i due hanno crivellato di colpi il suv di Ferri con una pistola calibro 7,65. L’obiettivo era prendere le chiavi del caveau del distributore di Monticchio, dove venivano erogate grosse quantità di carburante, soprattutto ad autotrasportatori.

A mettere gli investigatori sulle tracce degli assassini, il furto compiuto nel distributore da una persona travisata proprio la notte del delitto. L’area di servizio è stata così perquisita e monitorata, perché è stato subito chiaro che, date le strumentazioni sofisticate per accedere al caveau, solo una persona dell’entourage di Ferri poteva avervi accesso o procurarsi le chiavi elettroniche.

La pistola usata per l’agguato, o almeno un’arma assolutamente compatibile, con tanto di munizionamento, è stata recuperata dai militari in casa del marocchino a Rimini. Sequestrata anche l’auto sulla quale si presume che i due siano fuggiti dopo aver ucciso Ferri.

IL LINCIAGGIO – Donald Sabanov è il macedone di 24 anni arrestato per l’omicidio dell’imprenditore pesarese Andrea Ferri ha rischiato il linciaggio all’uscita della caserma dei Carabinieri di Pesaro da dove è stato trasferito per il carcere con l’accusa di omicidio volontario. Sono stati i colleghi del giovane, dipendente in uno dei distributori della vittima, a cercare di aggredirlo rivolgendogli insulti. Il macedone l’8 giugno aveva partecipato ai funerali dell’imprenditore. Poco dopo è stato fermato dai carabinieri. Il giovane aveva evidentemente pensato che la sua assenza ai funerali del datore di lavoro avrebbe insospettito i carabinieri.

ASSASSINO UN FIGLIO PER FERRI – Dalle indagini emerge che per Ferri, padre di un bambino di 12 anni e di una ragazza di 18, il 24enne era come un terzo figlio, con cui la vittima si confidava e che era al corrente di molti particolari della vita privata dell’uomo ucciso. Probabilmente, dunque, era anche a conoscenza delle abitudini e delle frequentazioni di Ferri, che la sera dell’agguato usciva dall’abitazione di un’amica nigeriana. Ad attenderlo fuori, il killer e un complice che hanno esploso 7 colpi di pistola, 5 dei quali hanno raggiunto l’uomo alla testa e uno alle spalle.

L’imprenditore aveva anche aiutato economicamente il presunto assassino, che aveva un regolare contratto di lavoro e viveva in provincia di Pesaro, a Morciano. Nel suo ambiente, il macedone è conosciuto con il soprannome ‘il Barbaro’, probabilmente per via della sua struttura massiccia e muscolosa.

OMICIDIO PIANIFICATO – Secondo i carabinieri, la ferocia con cui Ferri è stato ucciso denota anche un forte livore, che si accompagna al movente di natura economica. L’omicidio sarebbe stato pianificato a tavolino, e non c’è dubbio che l’imprenditore èstato eliminato perché per gli assassini non c’era alternativa: il solo furto delle chiavi elettroniche per accedere al caveau del distributore avrebbe infatti messo subito i carabinieri sulle tracce delle persone che erano più a stretto contatto con il titolare, che avrebbe fornito indicazioni preziose in questo senso. Motivo per cui sarebbe stato ucciso.

LA ‘S’ DI SUPERMAN SUL PROFILO FACEBOOK DEL MACEDONE – La ‘S’ di Superman in copertina, foto che lo ritraggono in pose da culturista, e una, inquietante in cui sorride con il presunto complice mentre fa ”merenda con 2 kg di carne pura” poche ore prima del delitto. E’ la storia di Donald Sabanov, 24 anni, macedone, accusato di aver ucciso per rapina il suo datore di lavoro Andrea Ferri, che scorre sul suo profilo Facebook.

Un ragazzo dal sorriso accattivante, i capelli tagliati alla moda, molto ‘trendy’ anche nell’abbigliamento. Insomma, un ragazzo ‘normale’. Tra le foto ce n’è anche una che lo ritrae con un altro dipendente del distributore Tamoil in cui lavorava, e altre, insieme a una ragazza, agli amici e ai parenti in occasioni speciali come quella di un matrimonio. ‘Palestrato’, tatuaggi in bella evidenza, sempre sorridente, Sabanov compare spesso sul social network insieme a quello che gli investigatori considerano il suo complice nella mattanza del povero Ferri, Karim Bari, 23 anni, italiano di origini marocchine, che gioca come calciatore in una squadra dilettanti. L’immagine della ‘merenda’ a base di carne e’ del 3 giugno, poche ore prima che Ferri, morto nella sera tra il 3 e 4, fosse freddato a colpi di pistola, la maggior parte dei quali alla testa. Dopo il delitto, invece, Sabanov e Bari avrebbero fatto una scorpacciata di pasticcini, ma la foto, su FB, non c’è più.

(Foto Ansa)