Pigneto-Torpignattara: striscioni per l’arrestato, cartelli per la vittima FOTO

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 22 Settembre 2014 - 16:37| Aggiornato il 14 Ottobre 2014 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nello spazio di pochi metri si possono vedere le due anime o l’anima complessa della Marranella, quartiere Pigneto-Torpignattara: striscioni di solidarietà al diciassettenne romano arrestato per omicidio preterintenzionale, cartelli e lacrime per Muhammad Shahzad Khan, il ventottenne pakistano che è stato ucciso la notte di giovedì 18 settembre.

Cartelli e striscioni sono stati deposti al termine di due manifestazioni: la prima, venerdì mattina, anti-degrado, la seconda, domenica pomeriggio, pro-Daniel. Gli striscioni sono appesi a Largo Perestrello. A poche decine di metri, in via Pavoni, ci sono cartelli, fiori e bigliettini per Khan nel punto dove ha trovato la sua morte violenta.

Il più significativo è quello con una svastica barrata e la scritta: “No razzismo no diversità una disgrazia non ti priverà della tua libertà forza Daniel“. Vuol dire che la morte del pakistano non è stata per questioni di razzismo o di diversità. Gli altri sono di incoraggiamento al ragazzo recluso: “Non sei solo siamo tutti con te! Daniel ♥” “Contro tutto e tutti sempre co te”, “Ci manchi a tutti”, “No razzismo no diversità una disgrazia non ti priverà della tua libertà forza Daniel”, “Il tuo futuro non perderai avere fiducia nel signore che non ci delude mai”, “In tua assenza tutto scorre come sempre e non come deve sarà sempre più struggente la tua lontananza ti vogliamo”, “Ridateci Daniel”, “Sai amico mio prima la tua assenza era sostenibile, ora non più, ci manchi”. Uno di questi non è stato poi appeso: “Dimenticati prima di poter nascere, demicrati sequestrati e abbandonati a se stessi dopo essere nati! Questi sono gli adolescienti nati alla Marranella”.

Striscioni portati in una manifestazione improvvisata da un centinaio di persone, familiari e conoscenti del ragazzo, gente del quartiere. Corteo che è partito da via di Torpignattara e che è passato anche dal luogo in cui è stato ucciso Muhammad Shahzad Khan, al quale i manifestanti hanno dedicato un minuto di silenzio e un ricordo con momenti di commozione. Il loro corteo, spiegano, non è contro la comunità pakistana o gli stranieri di uno dei quartieri più meticci della Capitale, ma è per essere vicini al ragazzo arrestato e chiedere la sua liberazione. La loro versione dei fatti è quella del ragazzo ora in carcere: lo ha colpito con un solo pugno, non voleva uccidere.

Due giorni prima c’era stato un corteo nelle stesse strade organizzato da “Mamma Torpigna“, l’associazione delle mamme di Torpignattara che protesta contro il degrado del quartiere. Anche le mamme di Torpigna sono passate dal luogo dove è morto Shahzad, lasciando fiori, biglietti e alcuni cartelli: “Torpignattara è antifascista antirazzista”, “Partecipazione: unica risposta possibile alla violenza e al degrado”, “Solidarietà alla comunità pakistana”, “La sicurezza si costruisce tutti insieme non contro qualcuno”.

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