Plutone, ghiacciai di azoto e pianure come la Terra FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2015 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Montagne e pianure ghiacciate. Non si tratta di acqua come sulla Terra, ma di azoto congelato. Il pianeta nano Plutone si mostra in tutta la sua complessità agli occhi della sonda New Horizonsdalla composizione chimica decisamente diversa dal nostro pianeta, di cui però ricorda i paesaggi.

La sonda della Nasa ha scattato le spettacolari foto lo scorso 14 luglio, tra il momento di sorvolo e quello di massimo avvicinamento al pianeta. Alan Stern, del Southwest Research Institute, a Boulder, ha dichiarato:

 “Queste immagini ci fanno davvero sentire lì e rivelano nuovi dettagli della superficie e dell’atmosfera di Plutone”.

Nelle foto si vede un primo piano delle maestose montagne alte 3.500 metri che ‘incorniciano’ parte della distesa di ghiaccio d’azoto, chiamata Sputnik, nel cosiddetto ‘cuore’ di Plutone. Alle spalle della pianura di azoto congelato le foto rivelano strutture simili a fiumi di ghiaccio, che secondo la Nasa somigliano ai flussi di ghiaccio che scorrono ai margini della calotte polari, in Groenlandia e Antartide. La sonda ha immortalato anche gli strati di foschia che si estendono fino a 100 chilometri dalla superficie. Will Grundy, del Lowell Observatory, a Flagstaff, ha detto:

”Oltre ad essere di forte impatto visivo, queste nebbie mostrano che anche su Plutone, come sulla Terra, il tempo cambia ogni giorno”.

La nebbia e i flussi di ghiaccio, secondo la Nasa sarebbero ‘spie’ che sul pianeta nano vi sarebbe un ciclo dell’azoto simile a quello dell’acqua sulla Terra. Alan Howard, dell’università della Virginia, ha ribadito che

“Non ci aspettavamo di trovare un ciclo simile su Plutone, date le condizioni di freddo estremo che vi sono alla periferia del sistema solare”.

Il ciclo sarebbe innescato dalla luce fioca del Sole che farebbe evaporare l’azoto ghiacciato che poi cadrebbe sulla superficie come neve, ha concluso Stern:

“Plutone è sorprendentemente simile alla Terra in questo senso e nessuno lo aveva immaginato”.

(Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute)