Pordenone: paga l’Imu sull’aereo parcheggiato in giardino da 30 anni (foto)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Settembre 2013 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA

PORDENONE  – L’impresario Rino De Marco, nel giugno del 1981 era tornato a casa con una sorpresa alquanto ingombrante: un aereo di linea dell’Alitalia. Si trattava di un Caravelle da 105 posti ancora perfettamente funzionante. Dato che l’aereo era gigantesco (31 metri di lunghezza, 9 di altezza, 40 tonnellate di peso), De Marco lo piazzò nel giardino della sua casa di Fontanafredda, comune in provincia di Pordenone. L’aereo è rimasto lì rimase per sempre: De Marco, che allora aveva 44 anni e imprese edili da 200 dipendenti, del velivolo avrebbe voluto fare un ristorante o una gelateria da collegare a una casetta in calcestruzzo che in parte ha costruito.

La cronaca di oggi racconta che sul terreno che rese edificabile per l’aereo, l’ imprenditore ci paga l’Imu: “Adesso l’Imu, prima l’Ici, una volta la Bucalossi. Tutto per l’aereo”.

La famiglia De Marco, per l’aereo paga l’anno esattamente 1208 euro. Questa curiosa storia, la racconta sul Corriere della Sera di domenica 15 settembre Andrea Pasqualetto:

“…..mentre parla ti mostra i progetti e le cartelle delle imposte, partendo dall’anno 1983: ‘Guarda qua: trentun milioni di lire al Comune di Fontanafredda come tassa di costruzione.Io dico, capirei se ci fosse il ristorante ma è tutto fermo da trent’anni, eh'”.

” Fra l’acquisto e l’ultimo balzello c’è dunque la tormentata storia del signor Rino, del suo Caravelle e di un sogno rimasto tale. Una storia grottesca, buona per un film dei fratelli Coen. A partire dall’odissea del primo giorno. ‘Ho dovuto smontare le ali e la coda e svuotarlo altrimenti i due camion dei trasporti eccezionali non me lo portavano dalle Officine Aeronavali di Tessera (Venezia, ndr) a qui’. Cento chilometri evitando autostrade e ponti. Ma c’è stato comunque il problema dell’altezza della fusoliera: ‘Hanno dovuto staccare e rimettere i fili della luce in dieci paesi perché non ci passava’. Costi? ‘L’aereo l’ho pagato 25 milioni di lire, le prime, perché poi ne ho spesi più di cento per smontarlo, trasportarlo, rimontarlo e fissarlo a terra’. Apre un lucchetto, scioglie una catena ed eccola, dunque, l’opera incompiuta.

“‘Dovevano venire 94 posti originali a sedere, schiena con schiena, montacarichi di collegamento con le cucine a terra, piano sotterraneo alto 4 metri, lì doveva esserci la grotta dell’enoteca, lì i bagni, lì l’ingresso da sotto’. Usciamo:’«E li’ volevo mettere due aerei piccoli, due caccia, già fermati per 15 milioni. Gli aerei sono la mia passione sa’, elenca energico con l’entusiasmo di un bambino, portandoci a vedere questo gigante che un tempo solcava i cieli di mezzo mondo, dall’Italia al Sudafrica agli Emirati Arabi, e che ora giace vuoto e arrugginito sul suo giardino. «Avevo tutti i permessi, Comune, pompieri… poi sono arrivati quelli dell’Usl e si sono impuntati sul discorso della scarsa aerazione dei locali, ma guarda lì se non c’era aria: finestroni. Non c’è stato niente da fare, brutto demonio”‘.

“All’Usl di allora, oggi Azienda sanitaria locale, il disco rosso arrivò da un tecnico della prevenzione, Franca Pusiol, ancora lì dopo trent’anni: ‘De Marco non la racconta giusta. Le cose andarono così: il Comune mi chiese un parere e fu negativo perché secondo me la struttura non era adeguata per essere adibita a pubblico esercizio. Non c’entra l’aerazione, il problema era l’aereo, che fra l’altro non aveva nemmeno l’ancoraggio a terra. De Marco si è però arreso subito. Se avesse ripresentato la domanda magari gli avremmo dato un parere diverso e invece ha mollato’. Lui, un combattente che alterna ardore a delusione, non ci sta: ‘Io non ho mollato un bel niente. Non c’era verso, dai… lasciamo perdere, mmmh, meglio se non dico altro’. Comunque sia, l’ha risolta così: ‘Ho fermato subito i lavori e ho portato a casa plancia, installazioni della carlinga, sedili… anche perché me li stavano rubando'”. È finito tutto accatastato nel garage della sua bella villetta familiare, dignitosa ma non abbastanza grande da ospitare un simile ammasso di cose. Ci sono sedili infilati ovunque. La strumentazione della cabina di pilotaggio spunta in mezzo alla taverna, ‘nel bagno di sopra ho messo le macchinette di aspirazione, ho roba dappertutto(…)”. 

Le foto della aereo dalla strada che costeggia la villetta di Rino De Marco (foto Google Maps)