Putin a Roma: Greenpeace protesta per i detenuti della Artic30 (foto)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2013 - 17:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La mattina del 25 novembre a Roma, in occasione della visita in Italia del Presidente Putin e degli incontri istituzionali previsti con il Papa e i rappresentanti del governo italiano, un gruppo di attivisti di Greenpeace Italia ha lanciato un appello per la liberazione definitiva degli Arctic30, ancora accusati di vandalismo.

Gli attivisti, accompagnati da un orso polare, hanno esposto striscioni con il messaggio “Liberate Cristian” e “Free the Arctic 30” davanti al Vaticano, Palazzo Chigi e al Quirinale dove si terranno gli incontri. Cristian d’Alessandro è uno dei membri dell’equipaggio dell’Arctic Sunrise che rischia ancora una pena di sette anni di carcere in Russia.

A tre giorni dalla decisione del Tribunale Internazionale del Mare (ITLOS) che, su richiesta dell’Olanda, ha ordinato al governo russo di procedere al rilascio dei nostri Arctic30 e al dissequestro della nave Arctic Sunrise, Greenpeace auspica che il Governo Russo si conformi a questa decisione.

“L’ITLOS ha sancito il diritto di tutti gli Arctic30 a essere liberi di lasciare la Russia. Chiediamo alle istituzioni italiane e al Santo Padre di sottolineare quanto sia importante che la Russia si conformi a questa decisione e lasci andare l’equipaggio e la nave” dichiara Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia.

Ventinove attivisti di Greenpeace sono stati rilasciati su cauzione, ma per loro rimangono in piedi tutte le accuse e l’incertezza sul poter tornare o meno a casa. Per uno di loro, l’australiano Colin Russel, la detenzione è stata estesa di altri 3 mesi.

“Non siamo contro il Presidente Putin né contro il popolo russo. La nostra è una lotta per il bene dell’Artico e del nostro Pianeta. Non ci fermeremo fino a quando tutte le accuse saranno state ritirate, fino a quando tutti i 30 attivisti saranno liberi di lasciare la Russia e ritornare a casa e continueremo a lottare per salvare l’Artico” conclude Onufrio.