Qatar, le foto del villaggio dove vivono gli operai-schiavi per i Mondiali del 2022

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2014 - 17:40 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Qualcuno li ha già definiti i mondiali dello sfruttamento, quelli che si terranno in Qatar del 2022. Dal 2010 ad oggi, secondo Amnesty International, sono morti oltre mille operai nel cantiere a cielo aperto allestito per preparare il Qatar ai mondiali. E secondo il rapporto di Amnesty International se continua così entro il 2022 ne moriranno altri tremila.

Tra le tante storie c’è quella di Rosario, un operaio filippino: “A Manila mi avevano garantito uno stipendio di 1.400 ryal (280 euro), vitto e alloggio. Ho due figli, ho detto: sì, subito”. Poi la cruda realtà: “Guadagno meno della metà di quanto promesso. Inutile fare denuncia: non ho più i miei documenti. Lavoro 12 ore al giorno, non ho un’assicurazione o una tessera sanitaria. Se rinuncio a due mesi di stipendio, mi restituiranno il passaporto. Ma chi lo paga il ritorno?” Lui, come tanti, lavora in un “Labour camp”. Niente acqua, niente corrente. Dormono in 12 nella stessa stanza.

L’ambasciata nepalese ha denunciato la morte di 197 connazionali nel 2012, 185 nel 2013. Quella indiana parla di una media di 240 vittime ogni 12 mesi dal 2011. Un’inchiesta del Guardian dello scorso settembre parlò di operai costretti a lavorare  come schiavi in pieno deserto, senza bere un goccio d’acqua. Condizioni disumane che avrebbero causato la morte di 44 operai, perlopiù ventenni, fra il 4 giugno e l’8 agosto scorso.

Jeremy Schaap di ESPN ha girato un documentario in Qatar mostrando le condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare gli operai.